Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è unito al coro dei leader che hanno telefonato al futuro 47esimo presidente USA, Donald Trump, per complimentarsi.
È lo stesso Donald Trump che minacciò di “distruggere l’economia turca” durante il suo primo mandato presidenziale. “Mi congratulo con il mio amico Donald Trump, che ha vinto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti dopo una grande lotta ed è stato rieletto come presidente degli Stati Uniti”, ha scritto su X, riporta BneIntelliNews.
Erdogan ha espresso la sua speranza che con Trump di nuovo presidente degli Stati Uniti, “le relazioni tra Turchia e Stati Uniti si rafforzeranno e le crisi e le guerre regionali e globali, in particolare la questione palestinese e la guerra tra Russia e Ucraina, giungeranno al termine”.
E ha esclamato: “Credo che saranno fatti più sforzi per un mondo più giusto. Spero che le elezioni siano vantaggiose per il nostro popolo amico e alleato negli Stati Uniti e per tutta l’umanità”.
Erdogan non è mai stato invitato alla Casa Bianca sotto la presidenza di Joe Biden, e lo stesso Biden ha palesemente espresso il suo disprezzo per il governo turco, affermando apertamente in un’intervista del dicembre 2019 che il leader turco è un “autocrate”. Adesso Erdogan spera in Trump.
La relazione tra Erdogan e Trump durante la presidenza Trump 2017 – 2020, è stata caratterizzata da promesse non mantenute, come riporta Middle East Eye.
La minaccia di Trump di distruggere l’economia turca è arrivata in una famigerata lettera che ha inviato a Erdogan nell’ottobre 2019 quando le forze armate turche erano pronte a fare un’incursione nella Siria settentrionale per affrontare i militanti curdi che si erano alleati con gli Stati Uniti nella battaglia contro lo Stato islamico.
Trump scrisse: “Troviamo un buon accordo! Non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone, e io non voglio essere responsabile della distruzione dell’economia turca, e lo farò”. Erdogan avrebbe gettato la lettera nel cestino e avviato la sua operazione transfrontaliera lo stesso giorno.
Quando Erdogan visitò la Casa Bianca con Trump, lui e la sua controparte sembravano i migliori amici, ma le tensioni nelle relazioni Turchia-USA non sono mai scemate.
Nel luglio 2018, Trump ha fatto andare in tilt la lira turca quando ha avvertito che avrebbe imposto “grandi sanzioni” alla Turchia a meno che Ankara non avesse liberato Andrew Brunson, pastore americano accusato di terrorismo. Il rilascio di Brunson è poi avvenuto in breve tempo.
Erdogan ha anche irritato l’amministrazione Trump con l’acquisizione dei sistemi russi di difesa missilistica S-400 dal Cremlino, ma come si è scoperto Trump ha continuato con le sanzioni contro Ankara solo per le dispute sulla Siria e sugli S-400 verso la fine della sua presidenza. Le prime sanzioni erano “sanzioni leggere” e la serie successiva era niente di cui preoccuparsi troppo.
Naturalmente, viste le discussioni sugli S-400, la Turchia, membro della NATO, ha perso il diritto di acquisire l’F-35, cosa che ancora irrita Erdogan.
Ora ci si chiede se, date le minacce di Trump di smantellare la NATO, la sua passione per Vladimir Putin, il suo amore per la vendita di equipaggiamento militare super costoso e il fatto che potrebbe non essere più vincolato dai funzionari della sicurezza nazionale cauti a ogni passo, l’accordo sull’F-35 potrebbe essere ripreso.
Potrebbe essere una vittoria per Erdogan forse, ma ci sono molti altri fattori imponderabili nelle relazioni Trump-Turchia, come l’inimicizia tra Benjamin Netanyahu ed Erdogan che hanno rapporti con lo stesso Trump, che verranno fuori a momento dovuto.
Per ora Recep Tayyip Erdogan conta su Trump per riprendere un discorso interrotto nel 2020.
Luigi Medici
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