TURCHIA. L’Opposizione insiste con Erdogan: dove sono i miliardi di dollari bruciati dal genero?

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Il numero “128” sta assumendo un significato particolare per i turchi immersi fino al collo nella crisi economica che colpisce il paese. Il principale partito di opposizione, Partito Repubblicano del Popolo – Chp, è determinato a farla ricordare bene agli elettori. “Dove sono i 128 miliardi di dollari?”, recitano una serie di manifesti affissi a Istanbul, nel tentativo di mettere in imbarazzo, e irritare, il presidente Recep Tayyip Erdogan e il suo Partito della Giustizia e dello Sviluppo – Akp, che non hanno ancora dato una risposta soddisfacente.

Si tratta di una somma che si riferisce ai dollari bruciati dalle banche statali nel tentativo, fallito, di sostenere la lira turca sui mercati dei cambi durante il 2019-20, riporta Bne Intelligence.

Il messaggio sui manifesti ha dato fastidio all’Akp, tanto che la polizia, in alcuni casi, ha usato delle gru per togliere i manifesti. Il Chp, che amministra la capitale culturale e commerciale della Turchia, ha risposto dicendo che continuerà a rimetterli. La questione dei miliardi mancanti, nel frattempo, ha fatto tendenza sui social media e l’Akp ha bloccato una richiesta del Chp di un dibattito parlamentare su questo tema.

Erdogan ha sostenuto che le vendite di dollari, sostenute dalla banca centrale con swap, hanno aiutato a sostenere l’economia, ma hanno lasciato le riserve della Turchia con poche riserve estere, il che significa che l’economia è ora ancora più esposta a una crisi sempre più profonda.

L’opposizione è preoccupata dalla mancanza di trasparenza che ha circondato le vendite, condotte durante l’egida del genero di Erdogan, Berat Albayrak, che, accusato di aver fallito nel difendere la lira, si è dimesso da ministro delle Finanze lo scorso novembre – e chiedono di sapere di più su ciò che è successo.

Alla Reuters, il leader del Chp Kemal Kilicdaroglu ha detto che: «Erdogan dice “non potete nemmeno farmi domande”», accusando l’Akp di soffocare il dibattito, ribadendo che «Chi guida il paese deve rendere conto al popolo».

Kilicdaroglu ha aggiunto che un procuratore aveva stabilito che alcuni manifesti che effigiavano una silhouette del palazzo presidenziale erano un insulto a Erdogan e insultare il presidente è un reato in Turchia.

La lira ha perso più del 50% del suo valore dalla fine del 2017. Ha registrato un valore di circa 6,85 contro il dollaro tra maggio e agosto 2020, un fatto attribuito alle vendite forex (Fx). Prima delle dimissioni di Albayrak e dopo la cessazione delle vendite di Fx, il cambio si è indebolito fino a un minimo storico di 8,58, mettendo il paese nella condizione di precipitare nella sua seconda crisi della bilancia dei pagamenti in poco più di due anni. Erdogan ha rinnovato il suo team economico e la lira era scambiata a circa 8,08 alla fine del 14 aprile.

Il Chp ha posto per la prima volta la questione delle vendite a febbraio; questo ha spinto Erdogan a difendere l’eredità di Albayrak, scatenando il nervosismo del mercato tanto che Albayrak potrebbe essere invitato di nuovo nel governo.

Nello stesso momento in cui Albayrak si è dimesso bruscamente a novembre, Erdogan ha nominato Naci Agbal come governatore della banca centrale, indicando ai mercati che era pronto a ingoiare la “pillola amara” della stretta monetaria nella battaglia per aiutare la lira e affrontare l’inflazione a due cifre. Agbal è andato avanti con 875 bp di aumenti dei tassi di interesse nel corso di circa quattro mesi, ma Erdogan – che ormai ha una certa reputazione di politico populista che alimenta la crescita economica con denaro a buon mercato – ha poi causato scompiglio nel mercato a marzo licenziando il suo nuovo capo della banca centrale. Reuters ha riferito che il licenziamento è avvenuto in parte perché Erdogan era a disagio con l’indagine della banca centrale sulle vendite forex.

Il buffer netto forex era di 10,7 miliardi di dollari il 2 aprile, il più basso in almeno 18 anni, secondo i dati della banca centrale. Escludendo 41,1 miliardi di dollari di swap in sospeso, le riserve sono in negativo.

L’Akp ha difeso le vendite sulla base del fatto che hanno aiutato la Turchia ad evitare di alzare i tassi di interesse o di cercare il sostegno del Fondo Monetario Internazionale. Il Chp ha chiesto come sono state condotte le vendite e a quale tasso; secondo l’Akp sono state tutte condotte a tassi di mercato.

Graziella Giangiulio