I governi della regione Asia-Pacifico stanno offrendo aiuti dopo che lunedì un terremoto ha devastato una vasta area della Turchia sud-orientale e della Siria settentrionale.
Secondo i media, il bilancio totale delle vittime del sisma di magnitudo 7,8 ha superato le 5.000 unità. Altre migliaia di persone sono rimaste ferite e i soccorritori stanno ancora cercando i sopravvissuti tra le macerie, riporta Nikkei.
Dal Giappone, una squadra di 18 soccorritori è partita lunedì sera. Il primo Ministro Fumio Kishida ha annunciato la decisione di inviare i soccorsi e ha espresso le sue condoglianze alle vittime. Il Giappone prevede di inviare in Turchia un totale di 75 soccorritori.
Molti altri governi hanno condiviso questi sentimenti e sono intervenuti per dare una mano, unendosi ai Paesi di tutto il mondo.
Lunedì il presidente cinese Xi Jinping ha inviato le condoglianze al presidente turco Recep Tayyip Erdogan e al presidente siriano Bashar al-Assad. Martedì, Pechino ha dichiarato che avrebbe offerto 40 milioni di yuan, pari a 6 milioni di dollari, di aiuti umanitari, tra cui squadre di soccorso e mediche.
Il primo Ministro australiano Anthony Albanese e l’omologo neozelandese Chris Hipkins martedì hanno promesso aiuto. Albanese ha dichiarato in una conferenza stampa congiunta che Canberra avrebbe inviato «un primo aiuto umanitario di 10 milioni di dollari alle persone colpite attraverso i nostri partner della Croce Rossa e le agenzie umanitarie», aggiungendo che gli aiuti sarebbero stati destinati «a coloro che ne hanno più bisogno».
Taiwan ha inviato 40 soccorritori in Turchia lunedì, seguiti da un’altra squadra martedì mattina. Ha dichiarato che invierà un totale di 130 persone, cinque cani da ricerca e 13 tonnellate di aiuti. «Taiwan sta donando agli sforzi di risposta al disastro ed è pronta a contribuire alla ripresa», ha twittato lunedì la presidente Tsai Ing-wen.
La Malesia ha dichiarato che sta inviando una propria squadra. Anche le Filippine si stanno preparando a inviare soccorritori in Turchia. Secondo un comunicato, l’Ufficio di Difesa Civile di Manila si stava coordinando con le agenzie interessate per discutere del personale e delle attrezzature.
Allo stesso modo, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha dichiarato martedì che il suo governo avrebbe inviato soccorritori e materiale di primo soccorso su un aereo da trasporto militare. Il presidente ha anche chiesto al ministero degli Esteri di cooperare con le autorità turche attraverso le missioni diplomatiche nel Paese.
Lunedì il governo indiano ha dichiarato che due squadre “composte da 100 persone con squadre cinofile appositamente addestrate e le attrezzature necessarie sono pronte per essere inviate nell’area colpita dal terremoto per le operazioni di ricerca e soccorso”, in coordinamento con la Turchia. «Si stanno preparando anche squadre mediche con medici e paramedici addestrati e medicinali essenziali».
Il primo Ministro indiano Narendra Modi ha poi lanciato un messaggio per la Siria su Twitter, scrivendo: «Profondamente addolorato nell’apprendere che il devastante terremoto ha colpito anche la Siria. Le mie sincere condoglianze alle famiglie delle vittime. Condividiamo il dolore del popolo siriano e rimaniamo impegnati a fornire assistenza e sostegno in questo momento difficile».
Come nota finale resta la profonda amarezza nel constatare che la quasi totalità degli edifici crollati fosse stata costruita senza utilizzare le dovute cautele, ingegneristiche e politico-amministrative, in una regione altamente sismica come quella al confine turco-siriano.
Tommaso Dal Passo