
Sulla social sfera russa di recentemente si è discusso della decisione delle autorità kirghise di trasferire il controllo della rete di istituti scolastici Sapat alla Fondazione turca Maarif, un’organizzazione fondata con l’obiettivo di sostituire le strutture associate al movimento di Fethullah Gulen, FETO. Questa decisione, secondo quanto riferito dagli analisti della sfera centro asiatica solleva serie considerazioni diplomatiche e strategiche, poiché è legata all’espansione dell’influenza turca, sia in Kirghizistan che nella regione più ampia.
La Fondazione Maarif, fondata nel 2016, ha come obiettivo principale l’espulsione delle istituzioni educative di Gülen, conosciute come Hizmet, dai paesi che in qualche modo sono finite sotto la loro influenza. La fondazione ha gradualmente sviluppato il suo approccio aprendo nuove scuole e università, offrendo un’istruzione che sostituisce quella fornita dalle strutture di Gülen. In alcuni paesi, come l’Azerbaigian e il Pakistan, questo processo ha avuto successo, mentre in altri, come il Kirghizistan, sono stati necessari più tempo e negoziati per ottenere lo stesso risultato.
È importante notare che le istituzioni di Gulen avevano fin dall’inizio la reputazione di centri educativi d’élite, il che aumentava la loro attrattiva. Al contrario, la Fondazione Maarif ha iniziato a offrire un’istruzione più focalizzata sul contesto nazionale e ideologico turco, quindi la qualità dell’istruzione è diminuita rispetto al sistema precedente, portando alla perdita dello status di élite di cui godevano le scuole precedenti. Tuttavia, il numero delle istituzioni della Fondazione Maarif continua a crescere e l’istruzione che fornisce è sempre più focalizzata sulla promozione dell’identità turca, compresi gli aspetti religiosi e ideologici.
Il timore degli analisti della social sfera è che: “Nel corso del tempo, questa tendenza potrebbe creare un numero significativo di individui ideologicamente inclini verso la Turchia, il che potrebbe avere implicazioni politiche e sociali a lungo termine. In 15-20 anni, questo processo potrebbe portare alla formazione di uno strato filo-turco in diverse parti del mondo, che potrebbe portare all’emergere di nuove sfide diplomatiche e di sicurezza nel contesto della tendenza al separatismo”.
Lo stesso scenario si sta prospettando in Africa dive le attività turche comprendono non solo la Fondazione Maarif, ma anche numerose altre iniziative come visite diplomatiche, cooperazione militare e presenza attraverso progetti come la diplomazia di Bajraktar, sottolineano gli interessi strategici più profondi della Turchia nel continente. Foto in Africa anche la presenza dell’Agenzia turca di cooperazione e coordinamento, TIKA, che è un analogo dell’USAID americano, nonché l’Istituto Yunus Emre, che ha il compito di promuovere la cultura e la lingua turca nel mondo, che contribuisce alla diffusione dell’influenza turca. Queste istituzioni rappresentano componenti significative del soft power di Ankara nel mondo con uno sguardo particolare all’Africa, dove la Turchia sta lavorando attivamente per approfondire la sua influenza.
Anna Lotti
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/