Ankara superstrada del gas

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TURCHIA – Ankara. 08/05/14. La Turchia si prepara a diventare la superstrada del gas.

Diventerà il corridoio meridionale del gas. Entro il 2019, infatti, attraverso la Turchia passerà il gas azero in arrivo dal mar Caspio. Ma il Corridoio meridionale del gas che fornirà all’Europa il gas dall’Azerbaijan, avrà anche la capacità di portare il gas dal nord dell’Iraq, dal Turkmenistan e forse dall’Iran alla Ue. Il che ridurrebbe la dipendenza dell’Europa dalla Russia. A dirlo all’Anadolu Agency, David Koranyi, direttore di Dinu Patriciu Eurasia Center, che fa parte del Consiglio Atlantico degli Stati Uniti, secondo cui il corridoio meridionale del gas in realtà potrebbe essere una vera e propria superstrada. «Il corridoio meridionale ha il potenziale per integrare il gas naturale dal Mediterraneo orientale, con quello dell’Iraq, e forse anche dell’Iran, che ha la seconda maggiore riserva di gas al mondo». Anche se per ora per l’Iran, per questioni geopolitiche, sarà difficile convogliare il proprio gas nel corridoio meridionale. Il costo del progetto è stimato in circa 45 miliardi di dollari. Rispondendo a una domanda sulla crisi in Ucraina, Koranyi ha detto che l’Europa è il principale mercato della Russia soprattutto per il gas naturale. «Questa co-dipendenza limita il margine di manovra per tutti» ha aggiunto Koranyi. Gli Stati Uniti non possono aiutare direttamente l’Europa con le forniture di gas a breve termine, il gas naturale degli Stati Uniti liquefatto (Gnl) non sarà pronto fino al 2015/2016. Tuttavia, nel medio termine, senza restrizioni di esportazioni di Gnl americano verso l’Europa vi sarebbe un grande contributo agli sforzi globali per diversificare le forniture russe, ha detto Koranyi. «I prezzi nei mercati asiatici sono attualmente molto più attraenti» ha spiegato Koranyi, ma ha aggiunto che, «Semplicemente aumentando la liquidità sui mercati mondiali di Gnl, gli Stati Uniti potrebbero migliorare ulteriormente le posizioni energetiche europee migliorando il potere negoziale degli acquirenti, in particolare quelli dell’Europa centrale e del Baltico ancora esposti verso un unico fornitore».