TURCHIA. Erdogan usa bastone e carota con i curdi: punta al quarto mandato

61
Screenshot

Il governo turco sta inviando segnali ambigui ai curdi. Il governo dell’AKP potrebbe sperare di raccogliere qualche voto in più, ma anche di dividere l’opposizione curda.

Quando Devlet Bahceli, presidente del partito ultra-nazionalista Nationalist Movement Party, o MHP, ha stretto la mano ai politici del Peoples’ Equality and Democracy Party, Dem, il gesto ha segnato un’inversione di tendenza politica, riporta DW.

Fino a ottobre, Bahceli aveva affermato che il partito di sinistra filo-curdo Dem, proprio come il suo predecessore, l’Hdp, era la branca politica del Pkk e che, pertanto, avrebbe dovuto essere bandito.

Ancora più sorprendente è stata la successiva proposta di Bahceli che il capo del Pkk Abdullah Ocalan potesse essere rilasciato in cambio dell’annuncio dello scioglimento del suo partito. Il partito di Bahceli è considerato l’organizzazione madre del gruppo estremista di destra Lupi Grigi.

Nei giorni successivi, il 76enne Ocalan ha ricevuto la visita della sua famiglia per la prima volta dopo quasi 4 anni. È in isolamento in una prigione di massima sicurezza dal 1999. Il processo di pace con il Pkk è stato avviato già un decennio fa, ma il presidente Recep Tayyip Erdogan lo ha interrotto nel 2015.

Dopo alcuni anni caratterizzati dalla quasi totale assenza di episodi violenti, il conflitto è divampato di nuovo. Il governo turco ha represso i politici curdi in Turchia e ha avviato operazioni militari nell’Iraq settentrionale e nella Siria nord-orientale.

I curdi sono il gruppo etnico più grande nel mondo senza un proprio stato. Secondo le stime, più di 12 milioni vivono in Turchia, circa 6 milioni in Iraq e altrettanti in Iran, e poco meno di 3 milioni in Siria; 1 milione in Germania.

Il Pkk ha il suo quartier generale sui monti Qandil in Iraq. Uno stato curdo de facto autonomo, noto come Rojava, si è insediato nella Siria nord-orientale. Da quando Bahceli ha spinto per un potenziale rilascio anticipato di Ocalan, l’elettorato in Turchia si è chiesto cosa stesse combinando il governo di Ankara.

Perché i suoi rappresentanti cercano di avvicinarsi a Ocalan mentre i politici locali curdi eletti vengono rimossi dall’incarico? A fine ottobre, Ahmet Ozer, sindaco del distretto di Esenyurt a Istanbul e membro del Partito Popolare Repubblicano, Chp, è stato arrestato per presunti legami con il Pkk. Pochi giorni dopo, tre sindaci curdi nella Turchia sud-orientale sono stati sostituiti da funzionari statali.

Molti osservatori concordano sul fatto che Erdogan sia intenzionato a diventare di nuovo presidente della Turchia. Tuttavia, sarebbe necessario un emendamento costituzionale per un quarto mandato. Al momento, Erdogan non ha la maggioranza necessaria in parlamento.

Il suo piano sarebbe quello di usare l’approccio del bastone e della carota per mettere in riga i curdi e il partito filo-curdo Dem offrendo concessioni, come l’attenuazione della condanna di Ocalan agli arresti domiciliari o eventualmente la fine della pratica di imporre funzionari statali nelle regioni curde. Inoltre, tali mosse potrebbero anche dividere l’opposizione.

Ci potrebbero essere altre ragioni legate alle contingenze geopolitiche attuali: la situazione instabile in Medio Oriente e la decisione del governo degli Stati Uniti di ritirare i soldati americani dall’Iraq e dalla Siria entro il 2026; la rielezione di Donald Trump che potrebbe accelerare il ritiro. Circa 2.500 soldati americani sono ancora di stanza in Iraq e circa 900 in Siria, dove collaborano strettamente con le milizie curde locali.

Secondo la Kurdistan Communities Union, un’organizzazione ombrello di diversi partiti del Kurdistan, tra cui il Pkk, “la posizione e l’influenza geopolitica e geostrategica della Turchia nella regione si stanno gradualmente indebolendo causando il panico nel governo turco”.

Questo avrebbe spinto Erdogan a trovare una soluzione alternativa e a cercare di strumentalizzare il leader curdo Ocalan per i propri scopi. All’inizio di questo mese, Erdogan ha annunciato che avrebbe presto colmato le “lacune di sicurezza ai confini meridionali”. Ciò segnala un nuovo ciclo di operazioni militari turche in Siria e Iraq. Il futuro della regione curda autonoma nel nord-est della Siria è più incerto; finora gli Stati Uniti avevano sostenuto i curdi, ma resta da vedere cosa succederà dopo il ritiro delle truppe statunitensi. Si creerà un vuoto di potere che dovrà essere riempito in qualche modo.

Fonti vicine al Pkk affermano che un incontro iniziale dei partiti curdi di Iraq, Iran, Siria e Turchia ha avuto luogo a Bruxelles a novembre, e tuttavia, il risultato dell’incontro rimane sconosciuto.

Luigi Medici

Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/