TURCHIA. Erdogan si compra il favore elettorale con i condoni

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L’Akp, partito al potere in Turchia, intenderebbe offrire 6 miliardi di dollari in donazioni prima delle prossime elezioni.

«Stiamo risolvendo i disaccordi che hanno i nostri cittadini con le istituzioni pubbliche», ha detto il primo ministro Binali Yildirim.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan starebbe facendo ricorso a una delle sue collaudate e vittoriose strategie elettorali prima delle elezioni che si terranno a giugno, quando il suo partito al potere, l’Akp, preparerà un pacchetto di incentivi e stimoli economici da introdurre nelle prossime settimane.

Il primo ministro Yildirim ha annunciato il pacchetto definendolo di «ristrutturazione del debito e riforme sociali» il primo maggio, come riporta Reuters, citando la necessità di «risolvere i disaccordi con i nostri cittadini». Le riforme ristruttureranno i debiti tributari e i debiti delle istituzioni pubbliche e quelli relativi alle multe per traffico, elezioni e servizio militare. Inoltre, il primo Ministro ha detto che si cercherà di censire, registrare e quindi sanare circa 13 milioni di edifici costruiti enza le relative licenze e autorizzazioni.

In tutto, le misure costeranno al governo fino a 5,9 miliardi di dollari, ma Yildirim ha detto che le entrate derivanti dalla registrazione delle proprietà e degli edifici privi di licenza avrebbero compensato i costi. L’appello di Erdogan per elezioni anticipate, alcune settimane fa, ha colto di sorpresa gli oppositori, e ci si aspetta che vinca sulla scia della campagna militare turca volta a prendere il controllo del territorio curdo nella Siria nordoccidentale.

Una vittoria del leader dell’Akp consoliderebbe le riforme costituzionali dell’anno scorso, conferendo al potere esecutivo nuovi poteri e ponendo fine all’attuale sistema parlamentare. A fine aprile, Erdogan ha afferma che lo stato di emergenza in cui vive la Turchia,  fa bene anche all’economia, oltre che bloccare il terrorismo: «Le imprese dovrebbero accogliere con favore lo stato di emergenza della Turchia, perché protegge dal terrorismo e impedisce ai lavoratori di scioperare».

Luigi Medici