Tra i molti fattori del declino, così come lo furono del successo, di Recep Tayyip Erdogan ci sono fattori economici non di secondo piano. Il crollo della lira è venuto dopo che le tensioni politiche della Turchia con gli Stati Uniti hanno raggiunto il culmine della detenzione in Turchia del pastore statunitense, Andrew Brunson, riporta il Gatestone Institute.
A gennaio 2018, il tasso di disoccupazione in Turchia è arrivato al suo punto più alto in un decennio, arrivando al 14,7%. I senza lavoro sono 4,7 milioni, il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 26,7%. Nell’ultimo trimestre del 2018 l’economia si è ridotta del 3%. La lira turca non si sta riprendendo.
Erdogan, la cui popolarità politica ha coinciso con tassi di crescita record, sa che il suo futuro politico dipende in larga misura dalla performance dell’economia. L’economia turca rimane vulnerabile. Lo stesso vale per la lira. Se ci sono più crolli nella valuta nazionale, o più aumenti dei prezzi, oggi il tasso di inflazione annuale è intorno al 20%, o se aumenta la disoccupazione, la sua popolarità può risentirne.
Chi potrebbe aggiustare la struttura di potere del presidente è il genero del presidente, Berat Albayrak. Nato a Istanbul nel 1978, famiglia originaria delle provincia di Trabzon, regione orientale turca sul Mar Nero. Gli abitanti di questa regione sono prevalentemente migranti provenienti dalla Georgia, fuggiti durante i conflitti del secolo scorso nel Caucaso tra l’Impero Ottomano e l’impero Russo. Quando fu fondata nel 1923 la Repubblica Turca, la maggior parte dei convertiti divennero suprematisti turco-musulmani. Il padre di Berat, Sadık Albayrak, è una figura di spicco nei circoli islamici sunniti; ha iniziato la sua educazione religiosa durante l’infanzia nel suo villaggio per proseguire negli studi religiosi. È uno degli opinion leader del primo movimento islamista degli anni Sessanta del Novecento. È stato imam responsabile della Moschea Blu.
L’attività degli Albayrak è divenuta un conglomerato, il Çalık Holding, con interessi che vanno dall’estrazione dell’oro, dalle condutture, dalle reti di distribuzione dell’energia, agli appalti pubblici per l’edilizia, alle centrali eoliche e idroelettriche, a telecomunicazioni, media ed energia.
Il più giovane Berat, è stato il Ceo di Çalık Holding quando, nel 2004, ha sposato Esra Erdogan. Nel 2015, un anno dopo la prima vittoria presidenziale di Erdogan, è diventato ministro dell’Energia. Nel 2008 il gruppo Çalık è stato al centro di una controversa privatizzazione del secondo gruppo mediatico del paese, ATV-Sabah, allora proprietà di un fondo governativo. Çalık Holding, tra le polemiche, ha acquisito ATV-Sabah per 1,1 miliardi di dollari; operazione finanziata da prestiti a basso costo da due banche statali, Halkbank e Vakıfbank, per 750 milioni di dollari. Il resto del denaro proveniva da un gruppo mediatico del Qatar, Al Wasaeel International Media, in cambio del 25% delle azioni ATV-Sabah.
Nel 2016 Powertrans, società collegata a gruppo Albayrak, avrebbe realizzato ingenti guadagni nel commercio di petrolio tra la Turchia e lo Stato islamico. Nel dicembre 2015, la Difesa russa ha dichiarato di avere le prove che Erdogan e la sua famiglia stavano beneficiando del contrabbando illegale di petrolio proveniente dal territorio dello Stato islamico in Siria e in Iraq.
Il 16 aprile, Berat Albayrak ha incontrato il presidente Donald Trump a Washington, annunciando felicemente che Trump si era mostrato ragionevole sull’acquisto da parte della Turchia del sistema missilistico russo S-400 terra-aria. Ha poi detto che c’era stato un accordo con Washington per aumentare il commercio bilaterale annuale tra gli Stati Uniti e la Turchia portandolo a 75 miliardi di dollari.
Antonio Albanese