TURCHIA. Erdogan pensa al governo e la lira crolla

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La lira turca è crollata mercoledì a un nuovo minimo storico contro il dollaro, mentre il presidente Tayyip Erdogan si prepara a decidere la forma del suo nuovo governo e la direzione della politica economica dopo il trionfo elettorale.

L’ex capo dell’economia Mehmet Simsek, molto apprezzato dai mercati finanziari per le sue credenziali politiche ortodosse, è quasi certo di essere incluso nel gabinetto, come ministro delle finanze o come vicepresidente, hanno detto fonti a Reuters.

Un ruolo chiave per Simsek potrebbe segnare un allontanamento dalla politica eterodossa di Erdogan, sostenuta da anni da tagli dei tassi di interesse a fronte di un’inflazione elevata, che ha portato al persistente declino della lira.

Il precedente governo di Erdogan ha adottato una serie di misure non convenzionali per stabilizzare l’economia turca da 900 miliardi di dollari, inclusi severi controlli sui trasferimenti di valuta estera delle società e il lancio di speciali conti di risparmio per proteggere i risparmiatori dalle fluttuazioni della lira. Questi strumenti hanno contribuito a rallentare la caduta della lira. Anche l’ampio disavanzo delle partite correnti della Turchia, che ha raggiunto la cifra record di 24 miliardi di dollari nel primo trimestre di quest’anno, è un grosso problema. La Turchia ha bisogno di trovare miliardi di dollari per finanziare il suo crescente deficit, che potrebbe essere ottenuto in parte attingendo alle contrazioni delle riserve di valuta estera.

Nel terzo giorno consecutivo di perdite, la lira si è indebolita di circa l’1,6% fino a toccare il minimo storico di 20,75 contro la valuta statunitense, portando le perdite di quest’anno a quasi il 10%.

In seguito la lira si è leggermente stabilizzata, attestandosi a 20,7150.

Gli indicatori di volatilità implicita della valuta sono saliti mercoledì 31 maggio, con la misura a un anno che è salita al 45,46% – il massimo da almeno un decennio e mezzo, secondo i dati di Fenics. L’attenzione si concentra ora sull’annuncio da parte di Erdogan delle nomine del nuovo gabinetto, compresa la direzione della politica economica, che dovrebbe arrivare al più tardi sabato.

La crescita economica del primo trimestre è rimasta sostenuta, con un prodotto interno lordo in espansione del 4,0%, nonostante l’impatto dei terremoti di febbraio, l’alta inflazione e la crisi del costo della vita. Il Pil è inoltre cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.

Luigi Medici

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