TURCHIA. Erdogan aumenta i confini turchi a discapito della Siria

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In Turchia nessuno ne ha parlato, ma c’è stato a Istanbul un secondo attentato dopo quello del 13 novembre, che ha portato alla morte di 6 persone e al ferimento di altre 81. Si è trattato di un’auto che è esplosa in una delle strade del centro, durante la notte. Non ci sono vittime. Ricordiamo che per l’attentato del 13 è stata arrestata una donna, siriana di Kobane, e con lei altre 20 persone, tutte siriane e tutte appartenenti secondo le autorità turche al mondo curdo delle SDF curde, addestrate dagli Stati Uniti. Queso ha portato ad una interruzione della collaborazione in Siria tra Ankara e Washington.

Il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha affermato che la polizia ha prove che gli effetti dell’attacco si estendono alla Siria e che il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e le Unità di protezione del popolo curdo (YPG) sono direttamente dietro l’esplosione.

Ora, a seguito di ciò, secondo il Giornale russo, Moskovsky riporta: «Erdogan potrebbe intraprendere una campagna militare invadendo completamente la città di Aleppo, nel nord della Siria. Secondo le nostre fonti locali, l’articolo russo sa più di un avvertimento per Erdogan che non una reale possibilità di una invasione di Aleppo».

Il ricercatore politico russo, direttore del Center for Middle East and Central Asian Studies, nonché colonnello in pensione, Semyon Bagdasarov ha detto: «Ho sempre detto che Erdogan, dopo che la sua popolarità è recentemente aumentata di parecchi gradi, grazie alla sua partecipazione attiva nell’affare del grano e nella questione del centro del gas (che ha proposto il presidente Putin), per aumentare la sua popolarità, può intraprendere un’avventura di politica estera. Naturalmente, una guerra rapida e vittoriosa potrebbe fornirgli ulteriori possibilità nelle prossime elezioni».

E ha continuato affermando: «Ci possono essere tre scenari per la politica estera secondo l’analista: Primo, una guerra con la Grecia. Ma è Stati Uniti e Francia hanno già avvertito Erdoğan che se ci prova, dovrà affrontare una resistenza molto seria. Questi due paesi aiuteranno la Grecia».

«La seconda opzione per Erdogan è la guerra nel Caucaso meridionale». Ma anche qui ci sono una serie di sottigliezze associate all’Iran e alla Russia che rendono difficile percorrere questa strada. Si parla della questione del Nagorno Kharabak in sostegno all’Azerbaijan e in funzione anti-iraniana. «E la terza opzione è una guerra in direzione siriana. Il che è molto probabile. La Russia è ora, a causa degli eventi ucraini, e per ovvi motivi, è costretta a indebolire la sua presenza in Siria. Quindi, ora c’è una situazione favorevole per Erdogan. Pertanto, potrebbe intraprendere una seria avventura, in direzione siriana, che equivarrebbe a un tentativo di occupazione di Aleppo», chiosa l’analista russo.

Più probabile che Erdogan opti per una avanzamento in Siria più limitato. Come afferma l’analista politico curdo, Farid Saadoun, che ha suggerito che la Turchia lancerà un attacco militare nell’area di Ayn al-Arab nelle campagne di Aleppo, nel nord della Siria.

Saadoun ha escluso che le forze turche effettueranno un’invasione di terra, aspettandosi che «l’attacco sarebbe dal cielo, a causa dei respingimenti regionali e internazionali, e che il (presidente turco Erdogan) appaia all’opinione pubblica che è nel processo di protezione della sicurezza nazionale turca».

A sua volta, il direttore dell’Unità di analisi politica del Centro “Syrian Dialogue”, Muhammad Salem, ha ritenuto “possibile” un’incursione terrestre turca in Siria, sottolineando che l’operazione militare nel nord della Siria è all’ordine del giorno Esercito turco da mesi, e le motivazioni ora sono più forti, «soprattutto potrebbe essere utile al governo turco in vista delle elezioni».

Salem ha detto: «Le Syrian Democratic Force, non ha altra scelta che chiedere aiuto alla Coalizione Internazionale, se la Russia fallisce».

Lucia Giannini

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