Il presidente tunisino Kais Saied ha detto nella tarda serata di mercoledì 8 marzo che scioglierà i consigli comunali mesi prima della loro elezione, smantellando ulteriormente i sistemi di governo sviluppati dopo la rivoluzione del 2011 che ha portato la democrazia.
«Discuteremo un decreto per sciogliere le municipalità e sostituirle con consigli speciali», ha dichiarato in un video di una riunione di gabinetto pubblicato online. Anche i nuovi consigli saranno eletti, ma secondo nuove regole che lui stesso scriverà. In precedenza aveva definito i consigli esistenti “Stati nello Stato” e aveva detto che non erano “neutrali”.
Nelle elezioni locali del 2018, un terzo dei consigli comunali è passato sotto il controllo di Ennahda, partito islamista contrario a Saied, riporta Reuters.
I consigli comunali eletti sono stati introdotti dopo che la costituzione del 2014 ha richiesto il decentramento, una costituzione che Saied ha sostituito con una scritta da lui stesso e approvata l’anno scorso in un referendum con bassa affluenza.
«Purtroppo il capo dello Stato non è convinto del decentramento», ha dichiarato Adnen Bouassida, capo della Federazione nazionale dei comuni, alla radio Mosaique FM.
Saied ha concentrato quasi tutti i poteri nella presidenza da quando ha improvvisamente chiuso il parlamento eletto nel luglio 2021 ed è passato a governare per decreto, mosse che i partiti di opposizione hanno definito un colpo di stato antidemocratico.
Il presidente ha respinto questa accusa, affermando che le sue mosse erano legali e necessarie per salvare la Tunisia da anni di caos per mano di un’élite politica corrotta ed egoista.
Il mese scorso le autorità hanno arrestato i principali critici ed esponenti dell’opposizione, tra cui importanti membri di Ennahda, che Saied ha etichettato come criminali, traditori e terroristi, nella prima significativa repressione del dissenso contro il suo governo.
I consigli comunali eletti hanno faticato ad avere un grande impatto in molte aree della Tunisia, funzionando con budget ridotti.
La maggior parte dei partiti politici ha boicottato le elezioni di dicembre e gennaio per l’elezione di un nuovo parlamento, per lo più impotente, il che significa che i consigli locali sono stati l’ultimo ramo effettivo del governo in cui hanno mantenuto una presenza.
Maddalena Ingrao