Tunisi incolpa l’Italia

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TUNISIA – Tunisi. 29/05/14. Nel 2011, 6.000 tunisini hanno tentato raggiungere illegalmente Lampedusa. Tre anni più tardi, centinaia di famiglie ancora non sanno che cosa ne è stato di loro.

I giovani tunisini sono attratti dal miraggio europeo. Dal 2002, non meno di 3.300 migranti africani sono morti a largo di Lampedusa. Il 12 maggio una nave che trasportava 400 immigrati clandestini è affondata portando consé 15 vittime. In Tunisia, 501 famiglie premono per sapere cosa è successo ai loro figli, non hanno notizie di loro dal febbraio 2011. Approfittando della confusione e del mancato controllo sulle coste 6000 tunisini hanno cercato di sbarcare a Lampedusa nelle settimane che seguirono la rivoluzione del gennaio 2011 ma poi di loro si sono perse le tracce. Abdelwaheb Haboubi, il cui fratello Mohamed, 24 anni, è disperso da l 2012 racconta a Jeune Afrique che: «Nessuno delle sette commissioni giudiziarie tunisina-italiana non saputo dire dove si trova mio fratello. Eppure abbiamo le prove, visti in servizi tv, che alcuni dei nostri parenti sono arrivati in Italia. Vogliamo sapere cosa ne è stato di loro, è noto che la mafia e complice degli scafisti e si può immaginare che possano essere finiti ne il traffico di organi, droga, tutto». Ma le porte sono state chiuse una per una, e ascoltare gentilmente ha portato solo al silenzio. 

La Tunisia, incolpa l’Italia delle sparizioni e aggiunge che a Bruxelles chiederà il 26 giugno l’applicazione del principio della libera circolazione contenuto nella dichiarazione universale dei diritti umani.