Economia tunisina nel dramma

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TUNISIA – Tunisi 29/11/2013. Il Fondo monetario arabo ha concesso alla Tunisia un prestito da 147 milioni di dollari per sostenere le riforme fiscali e finanziarie previste dal governo islamico di Ennhada.

Lo ha annunciato la banca centrale tunisina il 29 novembre. Il governo deve adottare una serie di ulteriori misure economiche tese a ridurre il deficit di bilancio nel momento in cui due anni di sconvolgimenti sociali e politici hanno falciato le riserve di valuta estera del paese, colpendo le esportazioni e gli investimenti esteri. Le nuove misure fiscali, la cui introduzione è prevista nel 2014, comprenderanno anche l’imposizione di una tassa del 10 per cento sulle imprese esportatrici, oggi che sono esenti da imposte, ha già annunciato il governo ad ottobre 2013. Tunisi prevede che l’economia cresca del 3 per cento quest’anno e anche il prossimo e stima il suo deficit di bilancio al 6,8 per cento del Pil per il 2013. Quello del Fondo monetario arabo non è stato l’unico prestito chiesto e concesso a Tunisi. Il 20 novembre la Tunisia ha firmato un prestito di 500 milioni dollari dal Qatar per rafforzare le sue riserve valutarie. L’accordo stabilisce che il prestito sarà rimborsato in cinque anni, riposta l’agenzia Tap. La Tunisia infatti sta lottando per riprendersi dalla rivolta del 2011 che ha rovesciato Zine El Abidine Ben Ali; la situazione è aggravata da una persistente crisi politica che ha paralizzato il paese nordafricano che resta senza una nuova costituzione e privo di un efficiente funzionamento delle istituzioni statali. Ad ottobre 2013, il governatore della banca centrale, Chedly Ayari, aveva avvertito che la mancata stabilità politica stava avendo ripercussioni disastrose sull’economia: investimenti stranieri, industria del turismo ed esportazioni di fosfato i settori più colpiti. «Gli ostacoli politici stanno iniziando ad avere gravi ripercussioni sull’economia e l’assenza di visione politica è il problema principale (…) Gli stranieri che desiderano investire in Tunisia iniziano a fare domande sulla situazione politica. Il loro problema non è tanto economico quanto politico» aveva detto Ayari. Ayari aveva aggiunto che sarebbe stato «quasi impossibile» raggiungere un tasso di crescita del 3,5 per cento per il 2013 dopo che il governo aveva già abbassato le sue previsioni di crescita per due volte, la più recente al 3,6 per cento; «Per la prima volta dall’indipendenza non abbiamo una visione del bilancio di cinque anni», aveva poi concluso Ayari. Il deficit di bilancio della Tunisia finora quest’anno ha raggiunto il 7,4 per cento del Pil, secondo il ministero delle Finanze, mentre il dinaro ha perso oltre il 10 per cento del suo valore nei confronti dell’euro e l’inflazione è oltre il sei per cento.