Tunisia: crisi economica e incertezza politica

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TUNISIA- Tunisi. Ancora manifestazioni il 17 febbraio in attesa della ripresa dei negoziati tra il premier e il suo partito islamista Ennahda, che si rifiuta di cedere il potere.

 

Rached Ghannouchi, leader di Ennahda, ha proclamato ad alta voce Sabato davanti a 15.000 sostenitori che il partito non è pronto a cedere il potere. Contraddicendo ancora una volta il primo ministro Hamadi Jebali, il numero due del partito che guida la coalizione di governo.

La manifestazione nasce come dimostrazione di forza contro gli oppositori Ennahda che accusano il partito islamista di aver fatto precipitare il paese nella crisi. Il 6 febbraio è stato ucciso Chokri Belaid, avversario di sinistra. La crisi economica e l’aumento di timori jihadisti salafiti di violenza nel paese colpito anche da un diffuso malcontento sociale.
La crisi economica della Tunisia soffoca i cittadini che hanno visto i prezzi dei beni di prima necessità impennarsi negli ultimi mesi al punto tale da aver difficoltà a comprare il pane. L’inflazione è alle stelle e l’aumento degli stipendi non riesce a mantenere il potere d’acquisto. L’agenziea di rating Fitch ha definito l’outlook stabile (bb) solo 3 giorni fa e tutto il mondo ora guarda al lavori per la stesura della costituzione.
La soluzione alla crisi economica può venire solo dal mondo politico. L’omicidio di Chokri Belaid, è per la Tunisia un assassinio politico senza precedenti dai tempi della rivoluzione e ha esasperato gli animi. Quello che servirebbe è un rimpasto di Governo ma Ennahda non è disponibile al dialogo.

Ghannouchi ha restituito l’atto di accusa contro gli avversari di Ennahda, sostenendo che non è la sua gestione l’origine delle difficoltà del paese, ma sono le ostruzioni dell’opposizioni a limitare la portata delle azioni  Secondo lui, Ennahda in un anno dalle elezioni ha subito una «serie di trame» culminata con la proposta di un governo di tecnocrati (…) che equivalente a un colpo di stato contro il governo eletto. «Ennahda è la spina dorsale della Tunisia e rompere, escludere Ennahda vuol dire minare l’unità nazionale del paese», ha detto. Ha denunciato i tentativi di demonizzare il suo partito e dipingerlo come «ostile alla libertà, la democrazia ei diritti delle donne».

Premere di Domenica ha detto l’incertezza politica, non escludendo l’approccio non del signor Jebali, che ha rassegnato le dimissioni del saldo se la sua proposta di un governo di tecnocrati non era accettato dai partiti politici. “Si teme che questa iniziativa, sostenuta da gran parte dell’opposizione e dell’opinione pubblica essere sepolto domani, che segna l’ingresso del paese in un nuovo ciclo di negoziati tautness, e seguaci calcoli “, scrive Le Temps. “Non vedo come (primo ministro Hamadi Jebali) potrebbe cambiare le sorti e modificare la posizione del suo partito e dei suoi alleati”, aggiunge.