Economia sostenibile del mare

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ITALIA- Mazara del Vallo. 12/10/15. I numeri del Blu Sea Land, 9-11 ottobre, parlano da soli: 800 incontri b2b e ancora oltre 40 gli incontri tra Cluster.

42 delegazioni provenienti dal Nord Africa e dall’Africa subsahariana, 7 ministri, 2 sottosegretari, di sette diversi paesi dei ministeri dell’Agricoltura e Pesca, Yemen, Tunisia, Gabon, Guinea Equatoriale, Somalia, Italia, Albania; 25 ambasciatori tra i rappresentanti dei Pesi stranieri in Italia e quelli italiani all’estero tra cui quelli di Iraq, Arabia Saudita, Qatar, EAU. Il tutto sotto la regia di Giovanni Tumbiolo, Presidente del Distretto Pesca di Mazara del Vallo. Significativo anche il titolo della kermesse: “Think Blue, Make Peace”, un consiglio a pensare più allo sviluppo sostenibile dei mari e meno alla guerra. Durante la tre giorni si è applaudito al premio nobel per la pace alla Tunisia, al neo accordo libico, al dialogo a Mazara tra esponenti libici di Tobruk e Tripoli, si è osservato un minuto di silenzio per i morti di Ankara. Una manifestazione dunque che vuole avere una visione geoeconomica del mare partendo appunto dalla stabilizzazione dei Paesi, nord africani in primis ma dell’Africa in generale. Forse un po’ troppo ottimista e poco realista, in piena chiave diplomatica, ma che di certo ha tutte le carte in regola per diventare l’ “ombelico del mondo” nel confronto e del dialogo tra Europa e Africa. E se da un lato il dibattito ha voluto fare il punto sulle abitudini alimentari in materia di “pesce” in Italia e in Europa, dall’altro si è parlato molto di necessità di implementare il dialogo tra stati e tra “distretti” per dare vita una nuova economia, la “blu economy”. Un progetto dunque più che un punto di arrivo dove tutti i Paesi sono chiamati a fare la loro parte. Per esempio i pescatori di Mazara, per voce del rappresentante di Confimpresapesca, Domenico Asaro, hanno lamentato la mancanza di un porto di approdo per le navi mazaresi, e ancora le difficili relazioni di vicinato con la Libia. Con le 74 miglia di imposizione di divieto pesca si mina secondo Ansaro alle opportunità di lavoro dei pescatori italiani, di mazara.  Un piccolo esempio di quanto la diplomazia sia indispensabile per poter avviare una nuova economia dello sfruttamento sostenibile del mare.