
«Mai cosi tante donazioni di organi». È un incipit pieno di soddisfazione quello che il Centro Nazionale Trapianti affida alla stampa generalista e non.
Nel 2022 in Italia sono aumentati i trapianti e le donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche. Un trend in crescita che la Rete Trapianti del SSN aveva già mostrato nel 2021. Così da arrivare ai livelli d’attività precedenti all’emergenza epidemiologica per Covid-19.
Le donazioni di organi solidi – specifica il report preliminare 2022 – superano quota 1.800: per la precisione 1.830 (+3,7%). Fra queste, 1.461 provengono da donatori deceduti e 369 da viventi.
Da qui il tasso nazionale riferito alla donazione che per milione di popolazione risulta il più alto di sempre (pari al 24,7) proiettando l’Italia ai vertici dei Paesi in Europa: dietro la Spagna e accanto alla Francia.
Le Regioni più virtuose del Paese sono rispettivamente la Toscana (49.3 donatori per milione), l’Emilia-Romagna (con 46 donatori per milione, +8,8 sul 2021) e il Veneto: 36.3 donatori per milione; +6,2%. Ancora zoppicante il Centro-Sud, seppur qualche segnale d’aumento provenga da Lazio, Campania e Calabria.
Sul rovescio della medaglia, l’innalzamento delle opposizioni annotate in Rianimazione (29,6%, +1% sul 2021). Qui è molto forte il divario tra i territori del Sud e le realtà del Nord.
Differente la fotografia scattata a proposito delle donazioni a cuore fermo: un +60% che si è tradotto in un 35,6% di trapianti effettuati grazie agli organi resi disponibili da questa tipologia di donatori.
A conti fatti, i trapianti eseguiti nel 2022 assommano a 3.887, circa 100 in più sul 2021 (+2,5%). I tassi di crescita regionali premiamo quasi tutte le comunità. Nell’ordine troviamo: la Lombardia, il Veneto (la prima regione in rapporto alla popolazione), quindi il Piemonte, l’Emilia-Romagna e il Lazio.
Più nello specifico, nel 2022 ecco i trapianti completati: 2.038 di rene; 254 di cuore (+0,8%), 1.474 di fegato (+5,6%); 138 di polmone (+17,9%). In calo gli interventi per il pancreas (da 54 a 38). Cinquantasei i trapianti combinati. Cinque le cosiddette catene “crossover” di donazione da vivente di rene tra coppie compatibili: 14 i trapianti portati a termine.
Sul versante delle dichiarazioni di volontà, purtroppo i “no” sono ancora tanti. Quelle depositate nel Sistema Informativo Trapianti al 31 dicembre 2022 superano i 14 milioni e mezzo: 72% i consensi e 28% le opposizioni (i rifiuti, in buona sostanza). Quasi tre milioni quelle registrate nei Comuni attraverso il meccanismo di rilascio della CIE (Carta d’Identità Elettronica): la percentuale dei no si attesta al 31,8% (+0,7% sul 2021). In generale si è espresso in maniera favorevole o con il rifiuto oltre il 55% dei cittadini ai quali si è consegnato il nuovo documento: i restanti non si sono pronunciati in nessun senso. Mentre rimangono piuttosto alte le opposizioni registrate in vita. È ancora una volta il Sud a fare la differenza: sfiora e in qualche circostanza supera il 40%.
«Un dato – fanno presente dal CNT – che pone in evidenza la questione della sensibilizzazione delle fasce d’età comprese tra i 18 e i 30 anni. La percentuale di opposizione tra i 18-30enni è più marcata rispetto ai 30-40enni». Infine, gli over 60: nutrono ancora – casi frequenti – la convinzione che per loro sia impossibile donare gli organi a causa della propria data di nascita.
Marco Valeriani