TONGA. La geopolitica degli aiuti post tsunami

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Due aerei militari cinesi che trasportano forniture di emergenza sono arrivati a Tonga il 27 gennaio, ha detto il ministero degli Esteri cinese, dopo l’eruzione vulcanica e lo tsunami che hanno devastato la nazione del Pacifico. La Cina ha anche inviato navi con forniture per il soccorso in caso di disastri e la ricostruzione, secondo la Difesa.

I rifornimenti consegnati, riporta Scmp, includono cibo, acqua potabile, depuratori d’acqua, tende, case prefabbricate, trattori e apparecchiature di comunicazione radio.

La Croce Rossa della Cina ha anche fornito 100.000 dollari in assistenza di emergenza in contanti al governo di Tonga, secondo gli Esteri Zhao Lijian. Le spedizioni di aiuti stanno arrivando a Tonga da altri paesi tra cui Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Francia, Giappone e Gran Bretagna.

Gli aiuti arrivati dall’Australia, sono stati lasciati senza alcun contatto con le autorità tongane, per via della presenza di casi Covid nell’equipaggio dell’Hmas Adelaide, che li trasportava, riporta The Guardian. Tonga fino ad ora ha registrato un solo caso di Covid 19.

L’eruzione del vulcano sottomarino e lo tsunami del 15 gennaio hanno distrutto villaggi e resort e paralizzato le comunicazioni, con almeno tre persone morte.

Mercoledì, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha parlato per telefono con la sua controparte tongana, secondo Xinhua. Wang ha detto a Fekitamoeloa Katoa ‘Utoikamanu che la Cina è stata tra i primi paesi a inviare aiuti a Tonga e che altri erano in arrivo: «Come un buon amico e partner di Tonga, la Cina è disposta a stare fermamente con il popolo tongano in questo momento difficile», ha detto Wang.

Tonga è uno dei più grandi debitori della Cina nel Sud Pacifico, dopo che ha preso prestiti più di un decennio fa per ricostruire la sua capitale Nuku’alofa dopo i disordini. La nazione insulare del Pacifico nel 2020 ha chiesto a Pechino di ristrutturare il suo debito bilaterale dopo che la sua industria del turismo è stata colpita dalla pandemia del coronavirus.

Maddalena Ingrao