In vigore le nuove leggi sulla sicurezza di Tokyo

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GIAPPONE – Tokyo 30/03/2016. Le due leggi sulla sicurezza nazionale che consentono alle Forza di Autodifesa del Giappone (Sdf) di difendere gli alleati e fornire aiuti non combat sono entrate in vigore il 29 marzo.

Si tratta di una copertura legale che potrebbe influenzare la probabilità di partecipazione nipponica in potenziale conflitto nella penisola coreana. L’articolo nove della Costituzione del Giappone del 1946, redatto durante l’occupazione statunitense del paese successiva alla Seconda guerra mondiale (1945-1952), afferma che «il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano». Come riporta Nk News, «Se in precedenza, al Giappone è stato impedito dalla sua stessa costituzione di partecipare ad operazioni militari diverse da quelle per l’auto-difesa e l’aiuto umanitario (…) È ormai considerato costituzionale in Giappone per le sue forze armate impegnarsi in operazioni di autodifesa collettiva». La costituzione aggiornata probabilmente «vedere i militari giapponesi cooperare più strettamente con le forze degli Stati Uniti», secondo l’Asian Review Nikkei. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha evidenziato l’utilità della cooperazione degli Stati Uniti nella zona durante il recente test missilistico della Corea del Nord, dicendo che la presenza della marina americana aveva permesso al Giappone di avere una «conoscenza perfetta» del lancio del satellite. Tokyo ha rivisto la funzione delle sue forze armate negli ultimi anni, tanto che il sito web del ministero degli Esteri giapponese nota l’instabilità nella regione derivante dalle azioni della Corea del Nord: «L’ambiente di sicurezza in tutto il Giappone è diventato sempre più grave, come rappresentato dallo sviluppo nucleare e missilistico della Corea del Nord. Sono in aumento le minacce transnazionali fondate sul progresso tecnologico, compreso il terrorismo, e gli attacchi informatici internazionali», si legge nel sito. Il ruolo del Sdf è gradualmente evoluto e ampliato: nel 2001, dopo l’Undici settembre, il Giappone ha approvato misure speciali per la legge anti-terrorismo, che permisero l’impiego di un’unità in Iraq nel 2004 per la ricostruzione e l’assistenza umanitaria. Ma i suoi contingenti non potevano esser utilizzati in combattimento. La decisione nipponica non è stata accolta universalmente bene nella regione: sia Seul che Pechino restano diffidenti. «Speriamo che il Giappone impari dalla storia, (…) agisca con prudenza in materia di politiche militari e di sicurezza, e compia più azioni che migliorino la fiducia reciproca con i suoi vicini asiatici per incrementare la pace e la stabilità regionale» ha fatto sapere il ministero degli Esteri cinese. Quello di Seul ha chiesto una nuova politica trasparente per Tokyo, sperando che avrebbero continuato nello “spirito della costituzione pacifista”».