THAILANDIA – Bangkok 06/07/2015. L’arresto di 14 studenti, che protestavano per il ripristino della democrazia, a giugno, sta creando effetti a catena nel Paese.
Il premier, riporta Channel News Asia, Prayut Chan-ocha sta di fatto testando la capacità del governo di gestire il dissenso pubblico diffuso e non violento. Il 6 luglio, centinaia di manifestanti hanno preso parte ad una pacifica riunione politica nel quartiere commerciale di Bangkok copiando quanto fatto dal movimento pro-democrazia di Hong Kong. Gli attivisti si sono riuniti per scrivere su dei post-it messaggi a sostegno dei loro compagni in carcere, chiedendone l’immediato rilascio e un rapido ritorno della democrazia in Thailandia. I 14 studenti sono stati arrestati il 26 giugno dopo una serie di proteste pubbliche a Bangkok e nel nord-est della Thailandia, in seguito al primo anniversario del colpo di stato militare, il 22 maggio. Non era la prima volta di una protesta pubblica, ma è stata la prima volta in cui ci sono stati arresti e procedimenti che potrebbero portare a condanne per sette anni di carcere da un tribunale militare; gli studenti, invece di pagare la cauzione, hanno scelto di rimanere in carcere, creando un forte movimento a loro favore conseguente pressione dell’opinione pubblica per la loro liberazione. Il 3 luglio, nel centro di Bangkok, la polizia non ha bloccato né arrestato i partecipanti ad una riunione politica, nonostante il divieto di raduni pubblici con più di cinque persone.
I 14 studenti si dovranno presentare davanti a un tribunale militare il 7 luglio, visto che i termini per la carcerazione preventiva sono scaduti.