THAILANDIA. Ancora senza un governo, Bangkok rischia il default economico

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Un mese dopo la vittoria alle elezioni generali, il partito thailandese Move Forward non riesce ancora a formare un governo: il rischio è un vuoto di potere politico.

Il Move Forward ha conquistato 151 dei 500 seggi della Camera bassa nel voto del 14 maggio, più di qualsiasi altro partito. Ha formato una coalizione di otto partiti di opposizione, tra cui il Pheu Thai dell’ex premier Thaksin Shinawatra, che hanno deciso di unirsi a sostegno del leader di Move Forward, Pita Limjaroenrat, nel voto per l’elezione del primo ministro che si terrà già ad agosto, riporta Nikkei.

Le elezioni di agosto coinvolgeranno non solo la Camera bassa, ma anche il Senato, i cui 250 membri sono stati nominati dai militari. La coalizione detiene poco più di 310 dei 750 seggi totali, meno dei 376 necessari per garantire la vittoria di Pita, e solo pochi senatori hanno dichiarato che sosterranno la sua candidatura.

Questa assenza di consenso verso Pita è in parte dovuta all’opposizione a elementi della piattaforma di Move Forward, come l’allentamento delle leggi sulla lesa maestà, che criminalizzano l’insulto alla famiglia reale, e la fine della coscrizione militare, temi tabù in Thailandia.

Le accuse di violazione della legge elettorale da parte di Pita rappresentano un ulteriore ostacolo. Il partito Palang Pracharath, legato ai militari, ha chiesto alla Commissione elettorale di indagare sulla partecipazione di Pita in un’emittente oggi chiusa ereditata dal padre. La Costituzione thailandese impedisce ai candidati alla Camera bassa di possedere azioni di società di media.

La Commissione ha respinto il reclamo, ma ha avviato un’indagine per verificare se Pita si sia candidato sapendo che le sue partecipazioni azionarie avrebbero potuto squalificarlo.

Il governo è privo dell’attuale primo Ministro Prayuth Chan-ocha si trova in una forma diversa di limbo politico. Il sistema thailandese consente alla coalizione di governo filo-militare di mantenere il potere per ora, ma è bloccata con una minoranza nella camera bassa. Se i partiti di opposizione si unissero, potrebbero approvare una mozione di sfiducia.

La Thailandia ha una serie di problemi da affrontare, come il rallentamento della crescita economica tra l’impennata dei prezzi e il calo delle esportazioni. Con l’attuale governo che fa poco per affrontarli e le prospettive di un nuovo gabinetto ancora incerte, le imprese sono sempre più nervose.

L’interesse dell’opinione pubblica per l’attuale amministrazione sta svanendo rapidamente, rischiando di vanificare l’interesse economico generato dalla svolta politica di Pita.

Lucia Giannini

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