TERRE RARE. Il litio del Kashmir attizza i conflitti tra India e Pakistan

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A Salal, nella catena montuosa del Pir Panjal, in Jammu e Kashmir, a febbraio , il Geological Survey of India, Gsi, ha annunciato di aver trovato “presumibilmente” 5,9 milioni di tonnellate di litio, minerale fondamentale per le batterie dei veicoli elettrici e per una serie di altri prodotti.

La scoperta ha suscitato entusiasmo in India per la prospettiva di diventare un attore importante nel mercato globale e di liberarsi dalle importazioni, molte delle quali provengono dalla rivale Cina. La scoperta, se confermata, darebbe all’India le settime riserve identificate al mondo, dopo Bolivia, Argentina, Stati Uniti, Cile, Australia e Cina, secondo il Servizio geologico degli Stati Uniti, anche se la settimana scorsa l’Iran ha dichiarato di aver scoperto un giacimento di 8,5 milioni di tonnellate, riporta Nikkei.

Il Jammu e Kashmir è conteso tra India e Pakistan dal 1947 e il Pakistan, in piena crisi economica, non vede di buon occhio il fatto che l’India si appropri di risorse preziose in una regione che rivendica per sé.

Islamabad non ha ancora commentato pubblicamente la questione, ma la presenza di una risorsa così preziosa nel territorio conteso potrebbe aumentare le tensioni tra i due vicini dotati di armi nucleari.

Secondo i media locali, un ramo del gruppo pakistano Jaish-e-Mohammed, designato dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica, ha giurato di non permettere all’India di “rubare” le risorse.

La questione assume maggiore importanza alla luce della revoca dello status speciale del Jammu e Kashmir da parte dell’India nel 2019.

Il litio è un materiale fondamentale per molti dei prodotti che alimentano la vita moderna. L’India è uno dei maggiori importatori di batterie agli ioni di litio. Negli ultimi anni, ha fatto molto affidamento sulla Cina e su Hong Kong per le forniture. Nel periodo 2020-2021 l’India si è rifornita di quasi il 70% delle importazioni di litio e del 96% degli acquisti di ioni di litio attraverso questi due mercati.

Molti Paesi considerano tale dipendenza dalla Cina un rischio per la sicurezza energetica. Nel caso dell’India, queste preoccupazioni possono essere più acute a causa della disputa di confine con Pechino sull’Himalaya.

Poiché Nuova Delhi cerca di diversificare gli approviggionamenti, questo mese l’India e l’Australia hanno identificato cinque progetti mirati per la loro partnership sui minerali critici, tra cui due per il litio, secondo i media locali.

Lo sviluppo di una propria fonte estensiva di litio contribuirebbe anche a favorire i piani indiani di crescita dell’industria dei veicoli elettrici e, infine, di transizione completa verso le auto elettrificate. Entro il 2030, il governo punta a far sì che i veicoli elettrici rappresentino il 30% delle vendite di auto private, il 70% dei veicoli commerciali, il 40% degli autobus e l’80% dei veicoli a due e tre ruote.

Tuttavia, anche se l’India riuscisse ad accedere al litio scoperto nel territorio conteso, la sua lavorazione sarebbe un’altra questione.

Secondo la Statistical Review of World Energy 2021 della BP, alla fine del 2020 la Cina deteneva solo il 7,9% delle riserve mondiali di litio, ma si stima che controllasse il 60% della capacità globale di lavorazione e raffinazione.

C’è poi da chiedersi quanto litio sia accessibile. Il ritrovamento nel Jammu e Kashmir si aggiunge alla presenza già annunciata di 1.600 tonnellate di litio nel Karnataka meridionale. Ma per ora, entrambi i ritrovamenti non sono quelli che possiamo definire riserve estraibili a livello commerciale: finora sono state classificate come risorse non stimate, nella fase di esplorazione preliminare.

Se e quando il processo andrà oltre questa fase, un’altra preoccupazione sarà il costo ambientale dell’estrazione su larga scala. Gli analisti sottolineano che prima dovrà essere effettuata un’adeguata valutazione d’impatto.

È opportuno ricordare che l’area rientra nell’hot spot della biodiversità himalayana.

In Sud America, l’estrazione del litio si è rivelata controversa a causa dell’enorme quantità di acqua utilizzata e della contaminazione a lungo termine.

I piani per lo sfruttamento del litio potrebbero aggravare le tensioni esistenti sul Chenab e su altri fiumi in India e Pakistan. All’inizio di quest’anno l’India ha chiesto di “modificare” il trattato del 1960 che regola i fiumi, e i rivali si accusano a vicenda di averne violato i termini.

Antonio Albanese

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