Tensioni Egitto Iran

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EGITTO – Il Cairo. Nonostante i sorrisi della diplomazia, nel corso della conferenza stampa congiunta tra il ministro degli Esteri egiziano Mohamed Kamel Amr e quello iraniano Ali Akbar Salehi il ghiaccio nelle relazioni tra i due era palpabile.

La tensione tra i due Paesi aveva trovato ulteriori spunti di attrito nel corso del convegno dal titolo “Sostegno alla gente di Ahwaz,” tenuto al Cairo il 10 gennaio, per denunciare quello che gli organizzatori della conferenza definiscono «l’occupazione persiana del territorio Ahwaz araba». Ahwaz è la capitale del Khuzestan iraniano. Sorge sulle rive del fiume Karun; la popolazione è in prevalenza di etnia, cultura e lingua araba, in contrasto con quella persiana predominante in Iran.  

Dall’arrivo dei Fratelli Musulmani al potere, l’Egitto e l’Iran hanno vissuto in uno stato di tensione “a corrente alternata” nelle loro relazioni, rinfocolata dal discorso che il presidente egiziano Mohammed Morsi ha tenuto al summit del Movimento dei Non Allineati tenutosi a Teheran lo scorso anno. In quell’occasione ,Morsi ha confermò che l’Egitto sarebbe restato il protettore dell’Islam sunnita nel mondo.

Tuttavia, i rapporti tra i due paesi potrebbero assumere una nuova svolta a seguito della conferenza del 10 gennaio al Cairo, che ha coinciso con la visita di Salehi in Egitto.

Da una lettura veloce della tempistica della visita e della conferenza si evince che gli organizzatori della conferenza avevano lo scopo di assumere una posizione opposta a quella delle autorità. I gruppi organizzatori erano gruppi politici viciniai salafiti e ad al-Gamaa al-Islamiyya, entità indipendenti dalla Fratellanza Musulmana.

Alla conferenza hanno partecipato dei rappresentanti della moschea di Al-Azhar, del Consiglio di Coordinamento del mondo islamico, il movimento “Giustizia” Ahwazi, il Forum degli Studiosi Musulmani, e l’Unione Internazionale delle istituzioni Umanitarie, oltre al Partito della Riforma Egiziana e il Partito dello Sviluppo e della Ricostruzione, braccio politico della Gamaa Islamiya.

Tuttavia, la cosa più sorprendente è stata la presenza di Emad Abdel Ghafour, assistente del presidente per lo sviluppo della comunità (salafita). Questo suggerisce che, mentre il regime egiziano scambiava sorrisi e dialogo politico con il suo omologo iraniano, dietro le quinte sponsorizzava la conferenza.

Nel suo discorso, Abdel Ghafour ha detto i che la conferenza era «il trampolino di lancio per sostenere la causa del popolo arabo in tutti i paesi arabi vicini contro l’occupazione persiana». «Alziamo le nostre voci non solo nel nome degli arabi, ma anche a nome di curdi sunniti e del popolo Ahwaz, che hanno subito una grande ingiustizia. Mentre in alcuni paesi occorre alzare le bandiere della giustizia, noi vogliamo di più. Vogliamo mostrare il nostro sostegno per gli oppressi».

In una dichiarazione al quotidiano As-Safir, Abdel Ghafour ha negato qualsiasi collegamento tra la data della conferenza e la tempistica della visita del ministro degli esteri iraniano al Cairo, ha confermato che si trattava di una coincidenza e che la conferenza era stata fissata prima della visita di Salehi.

Il saudita Mohammed al-Arifi, nel suo intervento, ha affermato che l’Iran trae grossi vantaggi dalledelle risorse di gas e di petrolio estratto nella regione di Ahwaz e lo esporta in tutto il mondo: «L’Iran ha usato il petrolio di Ahwaz per combattere i musulmani, l’ideologia islamica e il Corano» ha poi aggiunto.

La conferenza ha messo in ombra, di fatto, la visita di Salehi. Durante il suo incontro con Salehi, presso la sede di Al-Azhar, al Cairo, Ahmed al-Tayeb, sceicco (rettore) di Al-Azhar, ha parlsato della «chiamata di aiuto» dei sunniti in Iran, sostenendo che essi non godono dei diritti fondamentali del diritto di praticare le proprie tradizioni e la propria cultura, secondo quanto stabilito dalla legge islamica e dalle altre leggi internazionali sui diritti delle minoranze.

Salehi ha concluso chiedendo «pieni diritti sunniti in Iran», confermando, poi, che Al-Azhar rifiuta intervento iraniano negli affari interni del Bahrein.

Per comprendere al meglio il senso del contrasto, ricordiamo che l’Egitto è paese sunnita e l’Iran è una repubblica islamica sciita.