Telefonia mobile, opportunità di sviluppo alternativo

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Nell’attuale contesto internazionale, le possibilità di progresso per un paese, anche il più arretrato, restano indissolubilmente legate alla sua capacità di accesso e gestione degli strumenti finanziari di base.

Nel caso si tratti di paesi in via di sviluppo, l’ordine di priorità nell’uscita dal livello di povertà è ovviamente legato al soddisfacimento di bisogni essenziali alla sussistenza. Tuttavia, non vanno sottovalutati, nelle loro interconnessioni con in punti di eccellenza nazionali e con i centri nevralgici internazionali, i possibili fattori limitanti legati ad un inefficiente o inesistente accesso ai servizi bancari. In tal senso, mezzi di facile utilizzo, versatili e capaci di sfruttare infrastrutture tecnologiche previamente esistenti, potrebbero fare la differenza nella ricerca di una soluzione di continuità all’interno del circolo vizioso della povertà. L’utilizzo della telefonia mobile nell’attuale fase di sviluppo e investimento nei paesi disagiati, precede nella vita corrente del cittadino il suo accesso ad una seppur rudimentale forma di credito privato. In tali contesti, poco meno della metà delle persone che non sono titolari di un conto corrente o di altri meccanismi finanziari possiede un telefono cellulare. Si prospetterebbe dunque, con costi relativamente contenuti, una reale maniera per by-passare l’attuale collo di bottiglia di una prima alfabetizzazione finanziaria; altrimenti, tradizionalmente legata ad infrastrutture e sistemi difficilmente impiantabili in breve tempo in contesti estremamente disagiati. Nelle economie emergenti, si stima esistano già più di cento modalità di pagamento legate alla telefonia mobile, portando ad esempio eloquente il caso keniano che ad oggi vede passare circa un quarto del suo prodotto interno lordo in termini di transazioni attraverso un sistema di pagamento legato alla telefonia mobile, con evidenti vantaggi in termini di tracciabilità dei pagamenti, accessibilità in tempo reale, di costi di transazione, di trasparenza, nonché come possibili mezzi di contrasto ad una corruzione endemica. Certamente le difficoltà per un reale decollo di questa innovazione risiedono, oltre che nello sviluppo tecnico, nell’alfabetizzazione culturale e tecnologica dei cittadini, che da sole richiederebbero il maggiore investimento, seppur con enormi vantaggi di scala riscontrabili in ricadute positive in ogni comparto produttivo. Non si prospetta quindi a breve un’esplosione di questa tecnologia, se ne auspica tuttavia un’accelerazione sostanziale, per avere effetti dirompenti nel medio/lungo periodo. L’accesso ai servizi bancari e finanziari tramite la telefonia mobile, si differenzierebbe inoltre dalla grande innovazione della “microfinanza” per la maggiore trasversalità del suo utilizzo. Non sarebbe infatti necessario avere spirito imprenditoriale per usufruirne, mentre sarebbe di certo utile ad ogni cittadino cominciare a familiarizzare con una prima forma di risparmio capace di dare garanzie essenziali in contesti politici estremamente instabili, dove la certezza delle transazioni e la vulnerabilità dei depositi è legata alle vicissitudini politiche quotidiane. Anche una semplice economia agricola di sussistenza, potrebbe infatti trarne evidenti vantaggi, rendendo i lavoratori meno soggetti alle oscillazioni dei propri raccolti perché sicuri di poter usufruire dei risparmi delle annate precedenti. Il tutto, senza contare l’inesistenza fisica degli istituti bancari fuori dai contesti urbani, qualora si tratti di paesi che si trovano poco al di sopra della soglia di povertà. Una finanza capace di fare ponte su una tecnologia già esistente può dunque far tesoro di innovazioni esistenti implementandone l’utilizzo. Nel caso della telefonia mobile, le barriere geografiche esistenti, sicuramente più costose da ovviare, non sarebbero più il principale ostacolo aprendo nuovi canali di distribuzione del credito. Da ultimo, in contesti culturalmente in evoluzione non andrebbero sottovalutate le opportunità offerte ai gruppi messi al margine della società, i quali usufruirebbero di un livello di privacy e di giudicabilità prettamente quantitativa del loro operato e sui loro risparmi, altrimenti insperati. In un livello successivo di evoluzione del servizio, potrebbe inoltre essere implementata la governabilità trasversale di un territorio frammentato con continui riscontri in termini di controllo dell’effettiva incisività delle politiche economiche avanzate. In tal senso, un sensore capace di carpire le avvisaglie di una crisi latente avrebbe un’utilità estrema, con costi relativamente contenuti e velocità impensabili nel fornire la possibilità di dare risposte tempestive a situazioni potenzialmente esplosive difficilmente rilevabili con modalità di monitoraggio tradizionali.