TAIWAN. Per Tokyo la linea rossa con la Cina è la difesa di Taipei

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Il vice ministro della Difesa giapponese ha preso una posizione dura contro la postura “aggressiva” della Cina, dichiarando la sicurezza di Taiwan una “linea rossa” e invitando il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden a “essere forte” nel sostenere l’isola rivendicata da Pechino a fronte di un’aggressione cinese. «Siamo preoccupati che la Cina estenda la sua posizione aggressiva in aree diverse da Hong Kong. Penso che uno dei prossimi obiettivi, o quello che preoccupa tutti, sia Taiwan», ha detto nei giorni scorsi il ministro della Difesa Yasuhide Nakayama riporta Reuters, sollecitando Biden ad adottare una posizione simile nei confronti di Taiwan.

«C’è una linea rossa in Asia – Cina e Taiwan», ha sottolineato Nakayama,  «Come reagirà Joe Biden alla Casa Bianca, in ogni caso, se la Cina oltrepasserà questa linea rossa?» Nakayama ha poi affermato: «Gli Stati Uniti sono il leader dei Paesi democratici. Ho una forte sensazione da dire: America, sii forte!”».  «Finora non ho ancora visto una politica chiara o un annuncio su Taiwan da parte di Joe Biden. Mi piacerebbe sentirlo rapidamente, poi potremo anche preparare la nostra risposta su Taiwan in accordo», ha aggiunto Nakayama.

Queste forti dichiarazioni sono state fatte, pochi giorni dopo l’approvazione da parte del governo giapponese di una proposta di bilancio record per il prossimo anno fiscale che include il nono aumento della spesa militare per contrastare la Cina.

La proposta di bilancio, approvata dal gabinetto del Primo Ministro Yoshihide Suga, segna infatti, il nono aumento annuale consecutivo e riflette un aumento del 3,8% rispetto all’anno fiscale in corso, pari a 1,03 trilioni di dollari o 106,6 trilioni di yen. «Rafforzeremo la capacità necessaria per la difesa nazionale… al fine di tenere il passo con l’ambiente della sicurezza che sta diventando sempre più difficile», ha detto il Segretario Capo del Gabinetto Katsunobu Kato in conferenza stampa.

Il governo ha cercato ancora una volta di ottenere un budget militare elevato per il settimo anno consecutivo – questa volta di 5,3 trilioni di yen, con un aumento di mezzo punto percentuale rispetto all’anno fiscale 2020, dato che il Giappone – che dipende quasi interamente dall’esercito statunitense per la sua difesa nazionale – è spinto a spendere di più per contrastare le minacce della vicina Cina e della Corea del Nord.

Tra le voci chiave della spesa militare di Tokyo ci sono 57,6 miliardi di yen per lo sviluppo di un caccia di nuova generazione e 33,5 miliardi di yen per lo sviluppo di un nuovo missile. Nel 2016 il Giappone ha rivisto la sua costituzione abbandonando la politica di difesa pacifista adottata dopo la Seconda guerra mondiale, che vietava l’uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali.

La costituzione consente ora alle forze militari giapponesi di partecipare alle operazioni all’estero per proteggere alleati come gli Stati Uniti, anche se non c’era una minaccia diretta per Tokyo.

L’allora primo ministro Abe e i suoi sostenitori ritenevano che i vincoli imposti dagli Stati Uniti alla costituzione del Paese impedissero al Giappone di svolgere un ruolo forte negli affari internazionali. Nel 2018, il Giappone ha approvato i piani per l’acquisto di un maggior numero di jet stealth americani e di altre attrezzature, al fine di aumentare le sue capacità contro potenze regionali come la Russia e la Cina, una mossa che è stata ampiamente considerata come uno sforzo di collaborazione con Washington.