La Cina ha avvertito Taiwan che dovrebbe “tremare” perché gli Stati Uniti “non proteggeranno” l’isola dall’invasione, all’indomani della presa di Kabul da parte dei talebani.
La Cina ha avvertito che Taiwan “non può contare” sugli Stati Uniti de decidesse di utilizzare la forza militare; l’avvertimento arriva dopo che gli Stati Uniti sono stati accusati di fare “promesse vuote” dopo il ritiro delle truppe dall’Afghanistan.
Li Haidong, professore presso l’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università degli Affari Esteri della Cina, ha detto di credere che gli Stati Uniti siano pronti a “mettere da parte” Taiwan se Taipei dovesse spingere per l’indipendenza: «La fuga degli Stati Uniti è un avvertimento per i secessionisti di Taiwan, o piuttosto una previsione», riporta il tabloid del Renmin Ribao (Giornale del Popolo) Global Times.
Gli ha fatto eco un altro editoriale sempre di Global Times di Jin Canrong, preside della Scuola di Studi Internazionali presso la Renmin University, ripreso da The Sun, che ha accusato gli Stati Uniti di fare “promesse vuote”: «Chi ha una mente chiara dovrebbe capire che i cittadini di Taiwan non possono contare sugli Stati Uniti (…) Tuttavia, data l’influenza guidata dall’ideologia, alcuni osservatori possono vedere la situazione nell’isola come diversa da quella dell’Afghanistan, ma c’è una cosa in comune: la vuota promessa dell’America».
«Saigon ieri, Afghanistan oggi, e Taiwan domani?» si legge in alcuni post social provenienti da Taiwan. Un editoriale pubblicato dal giornale locale on line di Taiwan Udn.com ha detto che la fine inaspettata in Afghanistan ha “scioccato” gli alleati e i partner statunitensi, che sono ora diffidenti nel mettere la sicurezza di Taiwan nelle mani degli Stati Uniti, in quanto questi ultimi potrebbero fare gli stessi scherzi fatti a Kabul.
«Il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan avrà anche un impatto globale, pesando sulla sua immagine e credibilità», prosegue il pezzo, «in quanto la forza di Washington nel mantenere l’ordine globale sarà messa in discussione, e il confronto tra potenze nella strategia indo-pacifica che mira alla Cina sarà messo in discussione».
Luigi Medici