TAIWAN. L’invasione cinese avverrà per logoramento morale dell’isola

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Molti jet militari cinesi, bombardieri compresi, hanno solcato il cielo sopra Taiwan in questi mesi; si tratta di un record di incursioni per aumentare i timori su una possibile invasione cinese dell’isola, compatibile con la postura sempre più assertiva di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

Ma mentre i funzionari di Washington lanciano l’allarme su una potenziale invasione cinese di Taiwan, molti a Taipei credono che piuttosto che iniziare una guerra, Pechino preferirebbe invece “sottomettere il nemico senza combattere”, secondo la strategia di Sun Tzu. Ci sarebbe un “gap di percezione” tra gli Stati Uniti e Taiwan nella valutazione della minaccia cinese, delle intenzioni, non delle capacità di Pechino di farlo, riporta Nbc News.

Non si può negare che la Cina abbia aumentato la pressione su Taiwan, isola su cui si rifugiarono le forze nazionaliste cinesi sconfitte dai comunisti di Mao e autogovernatasi per più di 70 anni. Pechino, che la vede come una parte inseparabile del suo territorio sovrano, ha minacciato di annetterla, con la forza se necessario.

Oltre a volare quasi quotidianamente su Taiwan, Pechino ha condotto esercitazioni navali e aeree intorno all’isola, ha fatto navigare un gruppo di portaerei attraverso lo stretto di Taiwan e ha inviato navi spia per raccogliere informazioni intorno alle acque di Taiwan, mentre gli Stati Uniti parlano della minaccia militare a medio termine, l’isola vede queste mosse come parte di un problema più grande e immediato: una guerra di logoramento del morale non solo dell’esercito taiwanese, ma anche della popolazione dell’isola.

In questa strategia va inclusa anche l’influenza economica di Pechino: a febbraio, la Cina ha bloccato le importazioni di ananas taiwanesi, dicendo che erano stati scoperti organismi nocivi. Il governo taiwanese ha visto il divieto di importazione come uno sforzo di pressione sull’isola. Il mercato cinese ha rappresentato più del 90% delle esportazioni di ananas di Taiwan l’anno scorso.

Il presidente Tsai Ing-wen ha lanciato un appello al pubblico a comprare la frutta, sostenuto da una campagna social e da Stati Uniti e Canada, in uno sforzo riuscito per aiutare gli agricoltori e trasformare una potenziale crisi in una vittoria nelle pubbliche relazioni.

Nonostante la crescente pressione, i taiwanesi dicono che hanno vissuto con le minacce della Cina per così tanto tempo che sono diventati in gran parte abituati ad esse. Tuttavia, si aspettano che la Cina intensifichi la sua pressione militare, economica e diplomatica per logorare la loro resistenza.

In un sondaggio dello scorso anno, il 48 per cento dei taiwanesi ha caratterizzato il rapporto con la Cina come ostile, dal 32 per cento nel 2017. Non tutti minimizzano la minaccia di Pechino: il ministro degli Esteri Joseph Wu ha detto che la Cina ha «condotto campagne di disinformazione, guerra ibrida, e recentemente hanno aumentato le loro attività nella zona grigia contro Taiwan (…) E tutto questo sembra preparare il loro assalto militare finale contro Taiwan».

Antonio Albanese