Il parlamento di Taiwan ha approvato una legge anti-infiltrazione mirata a frenare l’influenza cinese nella politica dell’isola, una mossa che i suoi sostenitori dicono sia attesa da tempo, ma i critici dicono che minacci la democrazia del paese. La legge, sostenuta dal Partito Democratico Progressivo al potere, Dpp, è stata approvata il 1° gennaio con il boicottaggio del voto del Kuomintang, Kmt, partito all’opposizione, che teme un aumento delle sanzioni per gli sforzi sostenuti dai cinesi di fare pressione sui politici taiwanesi o partecipare alle campagne elettorali.
La legge è stata approvata pochi giorni dal voto per le elezioni presidenziali e legislative previsto per l’11 gennaio, tra accuse reciproche di entrambe le parti che la legge venga usata come strumento politico. Il Kmt ha protestato al di fuori dal parlamento, mentre il Dpp approvava la legge, ritenuta una misura necessaria in mezzo alle minacce di Pechino alla sovranità di Taiwan, riporta The Diplomat.
Il presidente Tsai Ing-wen ha difeso la legge il 2 gennaio, affermando che è stata concepita per salvaguardare la democrazia di Taiwan e che non riguarderà coloro che non agiscono per conto del governo cinese: «Si tratta della legge contro l’infiltrazione, non di un’atto contro lo scambio», ha detto Tsai nel discorso di Capodanno, sostenendo che la legge è necessaria per garantire che la Cina non minacci la sovranità della nazione, ma non colpisca gli attori dello Stretto che non sono coinvolti in questioni politiche: «Coloro che fanno affari, studiano o si impegnano in normali scambi non saranno interessati», ha detto.
Han Kuo-yu, il sindaco di Kaohsiung che sta sfidando Tsai per la presidenza, ha definito il nuovo atto una «cattiva legge» e si è impegnato a rivederla se diventasse presidente e il Kmt primo partito di Taiwan. Il Kmt ha paragonato il provvedimento all’era della legge marziale di Taiwan.
Anche il China’s Taiwan Affairs Office ha criticato il disegno di legge, accusando il Dpp di usarlo per cercare di ottenere un vantaggio elettorale e di aumentare le tensioni tra le due sponde dello Stretto. La nuova legge ha una portata piuttosto limitata, concentrandosi sulle donazioni politiche, sull’attività di lobbying, sullo sconvolgimento dell’ordine sociale, sullo sconvolgimento delle elezioni o sull’aiuto alle elezioni. I trasgressori della legge rischiano fino a cinque anni di carcere e una multa fino a 10 milioni di dollari taiwanesi.
La nuova legge di Taiwan, tuttavia, ha suscitato timori in alcuni operatori economici che operano nel Paese.
Graziella Giangiulio