SVIZZERA. L’ONU non ascolta i Rohingya

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In una recente intervista pubblicata dall’agenzia Anadolu, il presidente del European Rohingya Council, Hla Kyaw, ha espresso l’insoddisfazione per l’esito della XXIV sessione  del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, apertasi a Ginevra il 23 febbraio e che si concluderà il 24 marzo, dicendo che l’Ue , le Nazioni Unite e alcuni altri stati hanno deluso le aspettative dei Rohingya musulmani del Myanmar.

«La comunità internazionale è così riluttante a sostenere una commissione d’inchiesta internazionale indipendente per indagare sui crimini contro l’umanità del Myanmar», ha detto il presidente Hla Kyaw, ripreso da Press Tv.

«È un crimine contro il popolo Rohingya, un crimine contro l’umanità ed è un genocidio a combustione lenta», ha sottolineato ulteriormente.

Rakhine, regione del Myanmar dove sono stanziati principalmente i Rohingya, è stato oggetto di un assedio militare dall’ottobre 2016 nel corso di un raid contro un posto di polizia attribuito a militanti collegati ai Rohingya; una serie di operazioni di quattro mesi contro questa minoranza ha visto circa 75000 Rohingya musulmani fuggire in Bangladesh.

Le Nazioni Unite hanno accusato le forze governative del Myanmar di aver messo su una campagna di omicidi, stupri e incendio che possono essere definiti un genocidio. Secondo le stime presentate il mese scorso, circa 1000 Rohingya musulmani potrebbero essere stati uccisi.

Kyaw ha criticato le Nazioni Unite per aver appoggiato una commissione d’inchiesta istituita dai militari del Myanmar «per indagare sugli stessi crimini commessi dai militari».

Kyaw ha anche accusato i governi europei di sostenere le autorità del Myanmar e Aung San Suu Kyi per il bene dei loro legami economici e politici.

«Lo hanno sempre fatto nel tempo (…) Come organizzazione Rohingya facciamo solo una semplice domanda: “Quanto tempo, quanto di più dobbiamo soffrire? Fino a quando non verremo eliminati dall’Arakan (antico nome di Stato di Rakhine, ndr)? Di quanto tempo hanno bisogno?”»

L’attivista ha detto inoltre che dalla comunità internazionale si aspettava l’avvio di un «un’indagine internazionale indipendente per indagare su questi crimini contro l’umanità», che non c’è stato.

Lucia Giannini