SVEZIA. L’intelligence accusa l’Iran di mettere a rischio la sicurezza del paese

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Un recente rapporto annuale della polizia di sicurezza svedese ha identificato l’Iran come una delle minacce più grandi per il paese, accusandolo di spionaggio industriale mirato alla ricerca tecnologica nucleare. Sputnik News riporta le dichiarazioni della polizia Säpo che nel suo rapporto,

Swedish Security Service Yearbook 2020, discute le principali sfide alla sicurezza e all’intelligence affrontate dalla Svezia nell’ultimo anno e afferma l’interesse dell’Iran per la tecnologia svedese, utile allo sviluppo del suo programma nucleare.

Ogni anno il servizio di sicurezza svedese, Säkerhetspolisen, pubblica un annuario contenente informazioni sui suoi settori di attività più importanti: controspionaggio, anti sovversione, antiterrorismo, sicurezza e protezione. L’annuario discute delle più gravi minacce alla sicurezza e all’intelligence affrontate dalla Svezia nel corso dell’anno precedente e le sfide che dovrà affrontare in futuro.

L’Iran, insieme alla Cina e alla Russia, è annoverato tra le maggiori minacce per il paese, a causa dei suoi tentativi di reclutare e influenzare i ricercatori svedesi. Nella sezione Iran del rapporto si legge che ciò sarebbe motivato “dalla volontà di rafforzare lo status economico e politico del paese e il suo potere militare”.

Secondo la Säpo l’Iran, menzionato 14 volte nel rapporto, sarebbe diventato molto più aggressivo nelle sue operazioni sul suolo svedese e avrebbe condotto attività di spionaggio contro l’industria, la ricerca e le università svedesi. L’obiettivo principale delle operazioni di spionaggio erano i gruppi di opposizione iraniani in Svezia.

La Svezia sarebbe quindi diventata una base per gli agenti iraniani e dal territorio svedese sarebbero stati pianificati attacchi terroristici e operazioni di spionaggio.

Nel rapporto si legge: “L’obiettivo principale della leadership iraniana è garantire la sopravvivenza del regime, rispondendo alle minacce interne ed esterne ovunque siano identificate, inclusa la Svezia. La Repubblica islamica ha messo a punto una vera e propria pianificazione, con tanto di preparativi, per tracciare i critici con un’influenza destabilizzante e reclutare nuovo personale tra le sue fila. Si è macchiata anche del crimine di spionaggio industriale, indirizzato principalmente contro l’industria hi-tech svedese e i suoi prodotti, utili per i suoi programmi nucleari”.

Le rivelazioni sulle attività illecite di approvvigionamento di armi nucleari dell’Iran in Svezia arrivano sulla scia di un documento dell’intelligence tedesca, che ha dichiarato che il regime iraniano per tutto il 2020 non ha mai cessato la sua corsa per ottenere armi di distruzione di massa.

I documenti dell’intelligence svizzera, che insieme a quelli dell’intelligence tedesca hanno suggerito che Teheran starebbe ancora perseguendo il suo programma nucleare, potrebbero ostacolare i piani americani di rientrare nell’accordo nucleare iraniano, abbandonato nel 2015.

Gli Stati Uniti hanno abbandonato il Piano d’azione globale congiunto (JCPOA) nel 2018, dopo che all’epoca l’amministrazione Trump aveva dichiarato che l’accordo atomico non avrebbe impedito all’Iran di sviluppare armi nucleari. Attualmente gli USA starebbero indirettamente negoziando con l’Iran per il rientro nell’accordo, che consentirebbe al regime iraniano di arricchire l’uranio per un’arma atomica entro dieci anni.

I risultati dell’intelligence tedesca e svedese stabiliscono quindi che il regime iraniano è ancora alla ricerca di un programma di armi nucleari. Secondo i critici dell’accordo del 2015 il JCPOA sarebbe solo una restrizione temporanea alla spinta della Repubblica islamica ad aderire al club delle nazioni con armi atomiche.

Coraline Gangai