SVEZIA. Cresce la tratta di esseri umani

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Il numero di casi di tratta di esseri umani in Svezia ha raggiunto un livello record dopo essere aumentato del 30% nel 2017. Nel contempo, un elevato numero di richiedenti asilo ha ottenuto la cittadinanza, stando ai dati del Consiglio delle migrazioni della Svezia, ripresi da Sputnik.

Nel 2017, il Consiglio per le migrazioni della Svezia ha ricevuto 444 segnalazioni di tratta di esseri umani, 103 casi in più rispetto all’ anno precedente. Di questi, 213 casi hanno riguardato la tratta di esseri umani a fini sessuali, mentre altre 161 vittime sono state portate in Svezia per compiere “lavoro forzato”. Un totale di 256 delle vittime sono donne, mentre sono 188 gli uomini. Inoltre, la tratta ha coinvolto 107 minori, di cui 41 ragazze e 66 ragazzi.

Ancora una volta, la Nigeria registra il maggior numero di vittime (48), seguita da Afghanistan (41), Vietnam (33), Cuba (30), Iraq (18), Marocco (16) e Tailandia (12); nel 2017 il Migration Board ha attribuito l’aumento della tratta di esseri umani a un calo del numero di richiedenti asilo nel 2017. Tuttavia, casi di tratta di esseri umani sono stati scoperti in altre categorie, come nella richiesta di permessi di lavoro e nell’estensione delle visite. L’accresciuta competenza del personale nell’individuazione dei casi sospetti è stata ritenuta un’altra ragione dell’aumento, in quanto le autorità hanno puntato molto in precedenza sulla formazione dei dipendenti.

«Tuttavia, è deplorevole che il numero delle vittime della tratta di esseri umani stia aumentando», ha scritto il Migration Board, in un comunicato. Allo stesso tempo, la Svezia ha raggiunto un livello record nel numero di cittadini stranieri che ricevono la cittadinanza svedese attraverso apposita domanda.

Nel 2017, 55.420 “nuovi svedesi” hanno ricevuto la cittadinanza, il 15% in più rispetto al 2016.

Nel 2017 il tasso di accettazione delle domande ha raggiunto l’ 83%. La Siria è diventata il paese di origine più comune dei nuovi cittadini svedesi, superando di fatto la Somalia. Ai sensi della legge sulla cittadinanza, i candidati non sono tenuti a dimostrare le proprie competenze linguistiche, l’autosufficienza o l’integrazione. Per le persone con lo status di rifugiato è richiesto solo un soggiorno di due anni con identità comprovata.

Tommaso dal Passo