SUDAN. Mega sit-in contro Bashir

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Migliaia di manifestanti hanno organizzato un sit-in al di fuori della residenza del presidente sudanese Omar al-Bashir nel centro di Khartoum, accampativisi nella notte, dopo la più grande manifestazione di protesta contro il suo governo. Almeno una persona è mortali 6 aprile durante i “disordini” a Omdurman, ha detto l’agenzia di stampa statale Suna, senza ulteriori dettagli.

Il Sudan ha visto mesi di piccole, ma sostenute, proteste contro il governo di Bashir, con decine di dimostranti uccisi. Le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni, granate stordenti e fuoco vivo per disperdere le proteste, hanno detto i testimoni. Bashir si rifiuta di dimettersi, dicendo che gli oppositori devono cercare il potere attraverso le urne. Da quando è iniziato il 6 aprile, le forze di sicurezza hanno cercato più  volte di eliminare i manifestanti dalla zona utilizzando gas lacrimogeni, senza alcun impatto significativo.

Incoraggiati dal successo di proteste simili, ma più ampie in Algeria, gli attivisti sudanesi hanno festeggiato il 6 aprile l’anniversario del colpo di stato militare del 1985 che ha rovesciato il presidente Jaafar Nimeiri in seguito alle proteste di massa contro di lui. I manifestanti hanno chiesto ai militari di schierarsi con loro nel tentativo di cacciare Bashir.

Oltre alla residenza di Bashir, il complesso, il più pesantemente sorvegliato del Sudan, ospita il ministero della Difesa e la sede del potente Servizio nazionale di intelligence e sicurezza. Migliaia di manifestanti si sono riuniti nel quartiere Burri di Khartoum, dove hanno bloccato le strade principali, riporta Reuters.

La Suna riporta che i civili e i poliziotti sono stati feriti il 6 aprile a Omdurman, teatro di proteste fino a tarda sera. Il sit-in sembrava essere lo specchio delle proteste della “Primavera araba” del 2011, quando i manifestanti al Cairo e in altre capitali arabe si sono accampati nelle piazze pubbliche per chiedere un cambiamento di governo.

La polizia e le forze di sicurezza hanno bloccato tutti i ponti che conducono al centro della capitale da Khartoum Nord e Omdurman, attraverso il fiume Nilo a nord e ad ovest, in quello che sembrava essere un tentativo di impedire che il sit-in crescesse, riporta Defence Web.

Lucia Giannini