SUDAN. Espulso giornalista accusato di spionaggio

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Venerdì 3 febbraio, le autorità sudanesi hanno liberato un giornalista britannico arrestato in Darfur per ingresso illegale nel paese.

Il giornalista britannico, Phil Cox, era stato arrestato a gennaio dagli agenti della National Intelligence e Security, Niss, per ingresso illegale nel paese senza essere in possesso di un visto valido, e quindi è stato rilasciato la scorsa settimana.

«Cox è entrato illegalmente nel paese e ha partecipato ad attività ritenute pregiudizievoli per la sicurezza nazionale come è stato dimostrato», riporta la nota ufficiale ripresa da Koaci aggiungendo che è stato rilasciato dopo aver firmato un impegno scritto a non ripetere il reato.

Il giornalista è stato rilasciato su richiesta dell’ambasciatore britannico Michael Aaron che ha ringraziato il governo sudanese per il gesto di clemenza.

Sempre in Sudan il 29 gennaio, il regista ceco Petr Jasek nel paese per girare un documentario sui cristiani perseguitati, e quindi arrestato, ha ricevuto una condanna a 24 anni di carcere per spionaggio.

L’area sudanese è quindi a rischio per i giornalisti nel suo complesso. A dicembre 2016, il Sud Sudan ha espulso il giornalista dell’Associated Press Justin Lynch perché aveva criticato il governo. I giornalisti in Sud Sudan hanno spesso lamentato vessazioni da parte delle autorità durante il conflitto civile: nel 2015, cinque giornalisti rimasero uccisi, secondo il Committee to Protect Journalists.

A novembre, i funzionari della sicurezza sudsudanese hanno temporaneamente chiuso Radio Eye a Juba, senza dare una ragione; a settembre, le autorità hanno chiuso il giornale Nation Mirror sempre senza darne una ragione; a luglio, autorità hanno arrestato un direttore di giornale per una serie di articoli che criticavano i leader del paese durate gli scontri.

Un altro giornale, il Juba Monitor, è stato chiuso temporaneamente in diverse occasioni.
Raccontare quindi cosa accade nell’area è un rischio per la stampa internazionale che intende coprire i fatti di questi due paesi.

Maddalena Ingroia