STATO ISLAMICO. “Stiamo allargando i nostri confini”

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Intense giornate sui canali ISIS. Da un lato, Wafaa Media lascia ISIS per incomprensioni con i gestori dei canali ufficiali del Califfato. In base alle discussioni sui gruppi pro ISIS, sembra che lo Stato Islamico non abbia gradito la richiesta di fare interviste o di dare notizie ai e sui soldati del Califfato in zona di guerra. C’è, infatti, un espresso divieto per i soldati di ISIS dal mese di settembre di parlare sui social. Mentre Wafaa Media afferma che ISIS dice di essere in aree di guerra, dove in realtà non c’è e, inoltre, non vuol far parlare i suoi soldati e non esiste una fatwa in merito. In ogni caso i canali pro ISIS hanno ribadito che solo le notizie ufficiali di ISIS vanno comunicate dai fronti, tutto il resto sono solo notizie da non considerare. Insomma la voce è e deve rimanere una sola. 

C’è un grande ritorno dei canali in lingua francese con molte istruzioni su come criptare i dati, come fare il passaggio di sistema da MAC a Windows, e molto altro ancora; sempre in lingua francese sono state postate una serie di grafiche che chiamano al jihad nella terra del Dar al Harb, la terra impura, l’Occidente. Tra le chiamate a combattere, anche quella per i fratelli della “rete”, i cyber jihadisti, che oggi hanno postato un video in lingua araba, con sottotitoli in lingua inglese, in cui si minacciano direttamente gli Stati Uniti in apertura. La data fissata per attaccare siti web militari, di ministeri, industrie strategiche, siti istituzionali è oggi: 8 dicembre. Dopo gli Stati Uniti, toccherà al resto del mondo. In Italia ricordiamo che già alcuni rami della PA sono stati attaccati tra marzo 2016 ad oggi.

Tra le grafiche di interesse, una che minaccia Gerusalemme in lingua, araba, inglese e israeliano; ed ancora un canale dedicato ai giovani indiani che sono sulla via del Jihad (Fisabillilah). 

Grande è l’attesa anche per un video Asawirti di minaccia contro Trump, la casa Saud e il Papa. E ancora molta sensibilità verso gli intrusi, e le spie, che vengono opportunamente segnalate agli amministratori del gruppo. ISIS, si legge in un’articolo di un fedelissimo della rete, non se ne è andata dalle roccaforti: ha ancora magistrati, uomini in grado di compiere attentati, tesorieri. ISIS non controlla più un territorio, ma comunque controlla spostamenti di cose e persone e gestisce famiglie e tribù e sta seminando in Yemen e Afghanistan, non si sta spostando: sta allargando i suoi confini. 

Redazione

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