Da parecchio tempo, il trend principale della social sfera ISIS è stato guidato dai video della nuova epopea dello Stato Islamico, intitolata Le conseguenze per i giusti. I video sono usciti da tutti teatri, vecchi e nuovi di interesse per il Califfato; recentemente è stato pubblicato quello dalla Tunisia. Anche in questo video della durata di cinque minuti sono presenti immagini dei video di giuramento ad al Baghdadi in diverse zone della Tunisia e in cui si contano al massimo di 15 combattenti. All’apparenza sono tutti giovanissimi che promettono di vendicare i fratelli uccisi dagli occidentali crociati compiendo attentati. Al momento, rispetto alla presenza di ISIS in Africa, nuovo scenario di interesse, mancano solo i video da Somalia, Congo e Mozambico.
A seguito di questo video, così come per i precedenti, sono state postate grafiche, meme e discorsi di incoraggiamento; inoltre, e questa è una grossa novità, ISIS ha già sottotitolato il video dalla Tunisia in Inglese. Il dato significativo è che ISIS ha creato un format che va seguito alla lettera da tutti i nuovi gruppi alleati a Daesh. Quello che stiamo vedendo on line non è tanto un doppione di quanto già visto in Siria ma la rinascita di uno Stato Islamico 2.0. L’Inglese dunque serve come lingua franca per addestrare on line i nuovi film-maker dello Stato Islamico che rispetto al periodo precedente non sono del mestiere. C’è dietro a questa comunicazione un nuovo brand da lanciare, che sia riconosciuto dagli under 20 di tutto il mondo islamico scontento dei governi islamici.
ISIS via A’Maq ha postato una grafica che illustra tre mesi di combattimenti in Afghanistan per rafforzare il fatto che sta vincendo in Afghanistan, anche se questa pretesa non corrisponde esattamente al vero, almeno non in tutte le zone da ISIS “reclamizzate”. Una lunga serie di post spiega infatti che le vittorie di Daesh nell’area afgana avvengono grazie all’infiltrazione di buoni musulmani inviati dal primo emiro Daesh della comunicazione Sheikh al-Alam al-Mujahid Abu Sulaiman al-Shami (noto come Abu Misra al-Shami), e poi da Abu Muhammad al-Furqan, titolare dell’omonima casa editrice (Emiro dell’ex ufficio stampa). Stiamo parlando del 2014.
Ad accompagnare la ri-evangelizzazione del popolo di Daesh ci sono video promozionali con le parole di Al Muhajir e al Baghdadi, come quello proveniente da al Taqwa. A livello comunicativo le nuove case di produzione stanno per l’appunto lanciando la richiesta di nuovi traduttori per tutto il vecchio materiale ISIS. Si tratta di ben otto anni di produzione.
Redazione