STATO ISLAMICO. ISIS commemora il fondatore di A’Maq, sua agenzia di stampa

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Il 18 febbraio scorso è stato pubblicato un servizio dedicato all’inventore di A’Maq: Abu Dawud al Halabi, giornalista entrato a far parte di ISIS nel 2016, morto sotto i bombardamenti che hanno distrutto il centro del Califfato di comunicazione nel 2017. Tutti si aspettavano che, da quella data, ISIS avrebbe smesso di essere connessa al mondo, in realtà ha continuato la sua opera di produzione e comunicazione. 

È stata copiosa la produzione on line di video ISIS tradotti in turco e spagnolo.  È d’interesse che oramai ISIS prende video, li assembla, a volte li aggiorna e li duplica. 

Riguardo all’ultimo attentato del Cairo, sono stati pochi gli accenni: nonostante una serie di account supporter del Califfato avessero detto che i sostenitori del Califfato sono ovunque, non è arrivata la rivendicazione ISIS dell’attentato. Diffusi e rilanciati in rete, grandi elogi ai combattenti ISIS di Al Baghuz. Pubblicate on line anche le traduzioni di infografiche An Naba numero 169, come quella in Bengalese. 

Sono proseguite sempre più puntuali le critiche contro Moata Agency che viene definita l’agenzia nelle mani dei “crociati”. Vero fil rouge di tutti giorni è l’inno al Jihad, oramai il must di ogni giorno.

Per quanto riguarda la social sfera qaedista, su un canale GIMF qaedista vicino a JNIM, sono riportate le immagini del 16 febbraio di un mezzo francese colpito durante un attacco di JNIM in Mali. Di interesse è anheil nuovo video di Ansar al Fuqan, si tratta dell’addestramento al campo Mawlawi Abdul Jalil, probabilmente in Iran. Il gruppo opera nel Sistan, Khuzestan, Balochistan iraniano, combatte contro il regime iraniano e ha collegamenti con al Qaeda.  

Continua a essere attivo anche al Shabab in Somalia, che ricordiamo è affiliato ad al Qaeda. Al Shabaab nella sola giornata del 18 febbraio ha effettuati diverse azioni, tutte rivendicate: 17 soldati uccisi o feriti tra le forze del Dijibuti a Hiran; assassinio di un ufficiale a Afgoye a sud ovest di Mogadiscio; imboscata contro un convoglio militare  delle forze gibutine a Jalqasi a Hiran. Infine anche al Qaeda inneggia, ma diverse forme, al Jihad, esattamente come fa ISIS.

Redazione