STATI UNITI. Investitori ostaggio del confronto in Borsa USA-Cina

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Gli investitori americani in azioni cinesi quotate negli Stati Uniti hanno 1,1 milioni di miliardi di dollari a rischio mentre le due più grandi economie del mondo vanno alla deriva verso un disaccoppiamento dei loro mercati azionari. Circa 248 società cinesi quotate nelle borse americane saranno costrette a cancellarsi entro tre anni se non si adegueranno alle norme di revisione degli Stati Uniti che il Congresso ha ordinato alla Securities and Exchange Commission di far rispettare.

Non c’è segno che la Cina interna adeguarvisi; anzi al contrario, ha emesso nuovi regolamenti che da luglio proibiscono alle aziende cinesi di conformarsi alle richieste di audit degli Stati Uniti, riporta AF.

Presi nel mezzo ci sono gli investitori americani e internazionali in aziende cinesi: da un lato, cercano disperatamente di catturare il potenziale di crescita delle migliori aziende cinesi, soprattutto dopo che i prezzi delle azioni sono stati abbattuti dal giro di vite del presidente Xi Jinping sulle grandi aziende tecnologiche e dalla spirale dell’immobiliare; d’altra parte, c’è il rischio che i delisting creino grandi perdite.

Non sarebbe la prima volta che gli investitori stranieri perdano, di fronte in questo braccio di ferro. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’Holding Foreign Companies Accountable Act, Hfca, nel dicembre 2020. La Sec ha quindi emesso rapidamente i regolamenti di attuazione a marzo 2021.

Secondo la nuova legge, se il Public Company Accounting Oversight Board, Pcaob, certifica che non è stato in grado di rivedere le revisioni di una società per tre anni consecutivi, la Sec deve cancellarla, mentre in precedenza la Sec poteva esercitare la sua discrezione; sulla base di questa tempistica, il primo delisting potrebbe avvenire già nel 2024.

I mercati statunitense e cinese sono comunque profondamente intrecciati. Il Rhodium Group, centro di ricerca indipendente, stima che gli investimenti statunitensi e cinesi nei reciproci mercati azionari e obbligazionari ammontino a 3,3 milioni di miliardi di dollari alla fine del 2020. Gli investitori statunitensi possiedono circa 1,1 milioni di miliardi di dollari in azioni cinesi e circa 100 miliardi di dollari in strumenti di debito. Le partecipazioni cinesi ai soli treasury statunitensi ammontano a circa 1,1 milioni di miliardi di dollari.

Alcuni investitori sono speranzosi che la questione più ampia della conformità con i requisiti di revisione degli Stati Uniti per le aziende cinesi possa essere affrontata senza stravolgere il mercato. Ma la posizione della Cina si sta indurendo: Pechino ha inasprito le restrizioni sulle quotazioni all’estero attraverso una più stretta supervisione delle ricevute di deposito americane che le aziende cinesi usano per quotarsi negli Stati Uniti. E la Cyberspace Administration of China ha dichiarato a luglio che ogni azienda con dati di più di 1 milione di utenti deve sottoporsi a una revisione della sicurezza prima di quotarsi all’estero. Le revisioni di sicurezza si concentreranno sui rischi che i dati siano controllati o manipolati da governi stranieri dopo la quotazione all’estero.

In questo gioco, gli investitori potrebbero diventare ostaggi finanziari, nella lotta tra Cina e Stati Uniti.

Sia il Nasdaq che il Nyse oggi iniziano le procedure di delisting una volta che le azioni di un’azienda scendono sotto un dollaro per più di 30 giorni lavorativi. Le aziende che violano questo limite hanno un periodo di conformità di sei mesi per tornare in linea con le regole di scambio, quindi le aziende avrebbero un po’ di tempo per affrontare il problema; ma stranamente, gli investitori statunitensi sembrano ignorare il rischio.

L’indice S&P China 50 è salito costantemente, da circa 4.330 alla fine di novembre 2020 appena prima che la Camera dei Rappresentanti approvasse l’Hfcca a oltre 4.660 alla fine di dicembre, dopo che il presidente Biden ha firmato la legge. L’indice è salito ulteriormente fino a oltre 5.300 a febbraio, ma da allora si è assestato nell’intervallo di 4.200, lo stesso livello di prima della legge di delisting.

Graziella Giangiulio