SPECIALE DAESH MATRIX # 7

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di Redazione ITALIA – Roma 03/11/2016. In questi giorni  ISIS ha attaccato in Siria e in Iraq. L’obiettivo era creare destabilizzazione la dove vi era una sorta di “stabilità” dopo la riconquista o delle forze del regime di Assad o delle forze irachene. Nel solo 1 novembre, ben 12 operazioni suicide e attacchi sono stati condotti da ISIS in due aree: una vicino a Jaran a sud e sud est di Mosul; l’altra a nord e nord est di Mosul. I comunicati dello Stato Islamico così raccontano la giornata del primo novembre: «I combattenti dello Stato Islamico hanno sventato un attacco dei Peshmerga con supporto aereo da aerei della coalizione internazionale sulla villaggio Kori Ghrayban, est di Khorsabad, a nord di Mosul. Un attentatore suicida prende di mira i Peshmerga con un veicolo carico di esplosivo vicino al villaggio di Qaim, a nord di Khorsabad, mentre i Peshmerga sono stati in grado di entrare nei villaggi di Yabes e Najmuk sullo stesso asse con il supporto aereo intenso». Nella zona orientale di Mosul l’esercito iracheno e le milizie popolari sono state sconfitte a Bazwaya ma hanno raggiunto la periferia di Kokajli nella zona industriale, feroci scontri sono andati avanti per tutta la giornata. ISIS inoltre, secondo A’maq, avrebbe respinto un attacco misto condotto dall’esercito iracheno e dagli sciiti a Sanidij, ad ovest di Kuwayr, a sud est di Mosul. Sul fronte a sud combattimenti feroci nei villaggi di Farisiyyah, Tayyibah, e Zayazah, così come nei pressi dell’incrocio per Qayyarah, a sud di Mosul: otto attentati suicidi, in cui, secondo ISIS sarebbero morti decine di soldati e distrutti parecchi mezzi. La storia che ISIS racconta con la sua propaganda riporta altre informazioni tra cui il voto di Strasburgo (Strasbourg Res No. 2016/2956) in favore dei finanziamenti alle PMU impegnate nella guerra in Iraq contro ISIS, le stesse che sono finanziate dall’Iran; a tal proposito Teheran ha fatto sapere il 2 novembre, che attaccherà gli americani in Iraq se si sentirà minacciata; se così fosse sarebbero messi in forte imbarazzo i finanziamenti europei. Le PMU, tramite i loro account social, asseriscono aver liberato di uovo i villaggi di al-Khabirat e al-Alzim e di avanzare verso Tal al-Sayf al-Athary, area sotto controllo ISIS fino al giorno precedente. Tal Afar, città data per liberata da ISIS in tutti i media occidentali sarebbe ancora in mano a Daesh tranne nella parte ovest dove si aggirerebbero cecchini peshmerga. A Baghdad, poi ISIS ha aperto un altro fronte facendo esplodere diverse IED contro gli sciiti a Arab Jabour, a Baghdad, e in aree a nord della città.

In Siria, ISIS approfitta del cessate il fuoco ad Aleppo fino al 4 novembre ore 19.00 rinnovato dai russi, per attaccare e riprende delle aree ai ribelli del Fsa. Nella giornata del 1 novembre, Daesh ha ripreso il controllo di 13 villaggi nella campagna a nord di Aleppo: Buran, Tanuzah, Wash, Thalthana, Jubb Asi, Thalathinah, Baruzah, Ghawar, Tuways, Kassar, Hawmad e Duwayr Hawa, a sud della città di Akhtarin, presa il 2 novembre; Salwa, a sud della città Ghandurah; Sinayah. Molte foto sui social di tutte le fazioni dei combattimenti nelle diverse aree di Aleppo come quelle a Shaykh Najjar: gli attacchi sono stati filmati e mandanti on line. Le forze dello scudo dell’Eufrate invece affermano via social di aver ripreso a ISIS Masoudia,Tanouza, Thlathina, Bra’an a sud di Aleppo; a Scudo dell’Eufrate sono arrivati i rincalzi: i soldati turkmeni. Scontri ad Aleppo nel quartiere 1070 tra le forze di Assad e i ribelli; nuovi scontri tra JFS e le forze del regime di Damasco sulla strada Ithriya – Khanasser; si tratta di una  strada al centro dell’interesse di tutti gli schieramenti perché collega Aleppo città e la zona ovest del governatorato. Scontri provocati da ISIS a Manbij, a Aqareb Es Safi, Hama, città bombardata dai russi; a Damasco sui monti Qalamun, ad Al-Hajar al-Aswad, a Tell Abyad a nord di Raqqa, Al Hasakah e ad Huwayres.

In apertura un’infografica di propaganda ISIS che illustra gli attentati a Baghdad in 60 giorni

DAESH MATRIX è il secondo volume dedicato al fenomeno dello Stato Islamico edito da AGC Communication.

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