SPAZIO. La corsa del Sud Est asiatico verso le stelle

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Una nuova corsa allo spazio si sta accendendo nel sud-est asiatico, con la Thailandia e il Vietnam che cercano opportunità commerciali nei satelliti per le comunicazioni e nel turismo spaziale.

L’Agenzia tailandese per lo sviluppo della geoinformatica e della tecnologia spaziale, Gistda, prevede di lanciare in agosto dall’India un satellite industriale sviluppato in collaborazione con il Regno Unito.

In futuro, il Paese intende progettare e produrre satelliti a livello nazionale e prevede di lanciare due o tre satelliti “fatti in casa” o sviluppati congiuntamente entro i prossimi cinque anni.

L’utilizzo di satelliti sviluppati a livello nazionale offre ai Paesi una maggiore libertà di raccolta e utilizzo dei dati. Il piano della Thailandia dovrebbe svolgere un ruolo significativo nello sviluppo dell’agricoltura intelligente e della tecnologia di guida autonoma.

Il Paese sta anche valutando la possibilità di costruire un proprio sito di lancio, avviando a febbraio discussioni con il Korea Aerospace Research Institute della Corea del Sud per selezionare un sito candidato nelle regioni nordorientali o meridionali del Paese.

Secondo il direttore esecutivo del Gistdsa Pakorn Apaphant, se saranno soddisfatte le condizioni di bilancio e tecnologiche, la struttura potrebbe essere costruita tra sette e dieci anni. «La Thailandia, con la sua rete logistica ben sviluppata, diventerà un hub per l’industria spaziale del sud-est asiatico», ha dichiarato Pakorn.

Il governo thailandese prevede che il mercato spaziale nazionale crescerà fino a 300 miliardi di baht (circa 8,9 miliardi di dollari) entro il 2032, una cifra che lo renderebbe una delle industrie leader del Paese.

La Thailandia non è l’unico Paese con ambizioni spaziali. Il conglomerato vietnamita di materiali e immobili ThaiHoldings ha un piano approvato dal consiglio di amministrazione per costruire uno spazioporto turistico entro il 2026, con un investimento di 30.000 miliardi di dong (circa 1,3 miliardi di dollari), secondo i media locali.

La struttura sarà costruita sull’isola turistica meridionale di Phu Quoc, con l’obiettivo di un primo lancio entro il 2030. ThaiHoldings sta sviluppando un resort su larga scala sull’isola, cercando di trasformarla in un polo turistico, compreso il turismo spaziale.

Sia la Thailandia che il Vietnam stanno cercando di sottrarre clienti orientati allo spazio agli Stati Uniti e alla Cina, che dominano il mercato dei lanci satellitari.

I Paesi del Sud-Est asiatico possiedono alcuni vantaggi geografici dovuti alla loro posizione vicina all’equatore, che riduce l’energia – e quindi il costo – necessaria per un lancio.

Anche i servizi di comunicazione satellitare si stanno espandendo nel Sud-est asiatico. A febbraio, le autorità filippine hanno annunciato il lancio dei servizi internet Starlink da parte di SpaceX di Elon Musk, la prima azienda a entrare nel Sud-est asiatico.

Con le sue 7.600 isole, il Paese è un cliente privilegiato per Internet via satellite, un’opzione molto più praticabile rispetto alla posa di cavi sottomarini.

Il gigante delle telecomunicazioni filippino Globe Telecom ha testato con successo l’invio e la ricezione di messaggi di testo a febbraio utilizzando satelliti in orbita bassa, che consentono comunicazioni a velocità e latenza più elevate rispetto ai satelliti geosincroni.

L’azienda spera di migliorare le comunicazioni nelle aree montane remote, soprattutto per i soccorsi in caso di calamità.

Anche le condizioni meteorologiche estreme sono un fattore che contribuisce al crescente interesse per il settore satellitare. Il Sud-Est asiatico ha sperimentato in prima persona gli effetti del cambiamento climatico attraverso frequenti inondazioni e siccità su larga scala. I sistemi di monitoraggio meteorologico via satellite potrebbero contribuire a mitigare le conseguenze di questi eventi.

Affinché i Paesi del Sud-Est asiatico possano sviluppare i loro settori industriali spaziali, la cooperazione con Paesi come Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia, che possiedono il know-how necessario, potrebbe rivelarsi essenziale.

Gli sforzi di Stati Uniti e Cina per esercitare la loro influenza nella regione Asia-Pacifico includono anche quelli nel settore spaziale.

A marzo, gli Stati Uniti hanno condotto per la prima volta un’esercitazione di risposta a un attacco spaziale simulato durante le esercitazioni militari multilaterali Cobra Gold in Thailandia. Anche il Giappone e la Malesia hanno partecipato all’esercitazione per organizzare una risposta in caso di attacchi ai satelliti.

Per quanto riguarda la Cina, il Paese è a capo dell’Organizzazione per la cooperazione spaziale Asia-Pacifico Apsco, i cui Paesi membri includono Thailandia e Pakistan. Ad aprile, il gruppo ha confermato l’intenzione di collaborare al progetto di Stazione Lunare Internazionale, guidato dalla Cina, per la costruzione di una base di ricerca scientifica sulla Luna.

La Thailandia sta anche valutando la possibilità di utilizzare la tecnologia spaziale per scopi di difesa. “I Paesi possono competere per offrire cooperazione nel tentativo di espandere la propria influenza”, ha dichiarato un esperto militare.

Secondo gli esperti militari, la Thailandia si sta muovendo per arginare questa influenza straniera e sta valutando una legge che vieterebbe le basi di produzione di satelliti militari stranieri o di attrezzature correlate nel Paese.

Antonio Albanese

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