Spagna: tagli e riforme per uscire dalla crisi

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Spagna: suscita preoccupazione il piano di austerità voluto dal Governo di Mariano Rajoy. Secondo il Vicepresidente Josep Ignasi Aguiló si tratta di 10 miliardi di euro di tagli alla sanità e all’istruzione. A questi vanno aggiunti 65 milioni di nuove tasse a carico delle imprese e non poteva mancare, ovviamente l’annuncio di una ristrutturazione del settore pubblico.

A dover fare la parte “dei cattivi” saranno le Regioni, a cui viene garantito un gettito, ma dall’altro viene chiesto un maggior rigore, il Vicepresidente Aguiló ha infatti dichiarato, ieri alla stampa spagnola: «daremo strumenti per le regioni in modo che possano contenere i costi migliorando i servizi». A preoccupare sono le fatture “sanitarie” emerse e non calcolate precedentemente pari per ora a 200 milioni di euro. Mariano Rajoy in conferenza stampa mercoledì ha rassicurato gli spagnoli, ma non i mercati che non vi saranno ulteriori interventi. La Spagna ha un piano nel medio termine per uscire dalla crisi: «Il governo ha le idee chiare, agire su un piano, per i prossimi quattro anni». Al primo posto vi sono le riforme: misure contro le frodi fiscali dei pagamenti con carta superiori a € 2.500, le misure contro le frodi sul lavoro e della previdenza sociale, e sempre per il mese di aprile verranno presentate le riforme della sanità e l’istruzione. Nel mese di maggio è in calendario la riforma del sistema finanziario, la riforma del lavoro. E ancora: privatizzazioni, la riforma dell’energia, il diritto degli imprenditori, promuovere il mercato unico, promuovere la ricerca, stabilire una legge sulle spese giudiziarie, approvare la norma sulla trasparenza, consentendo la privatizzazione della televisione regionale. Il presidente ha collegato queste misure ad altre già avviate «sulla via riformista»: il tentativo di ridurre il deficit «obiettivo essenziale, su cui contiamo molto», la ristrutturazione del sistema finanziario «che mira a dare il credito», riforma del lavoro, il pagamento ai fornitori, i cambiamenti nelle imprese pubbliche e la ristrutturazione degli organismi di regolamentazione. Rajoy è consapevole di quanto sia complicata la fase di riforme in Spagna ma non ci sono alte soluzioni: «Molte decisioni non sono piacevoli o condivise, ma non c’è alternativa se vogliamo cambiare le cose. Alcuni lo fanno per buon senso e un po’ perché non hanno altra scelta. Tutti lavoriamo con la convinzione che tutto viene fatto nell’interesse della Spagna e gli spagnoli». Una battuta, in chiusura, anche sulle parole di Mario Monti, dette, dal premier italiano durante la campagna di Sarkozy: «la situazione del premio per il rischio Italia non è dovuta a questioni specifiche per l’influenza italiana, ma a quelle spagnola». Rajoy ha replicato affermando: «Non siamo contro nessuno, non voglio parlare di altri paesi, a cui auguriamo tutto il meglio. Abbiamo tutti problemi e lavoriamo per noi stessi e gli altri in Europa. Chiediamo solo attenzione nelle dichiarazioni fatte in pubblico perché tutti abbiamo responsabilità e tutti noi vogliamo un’Europa forte».