SPAGNA. Spazio agli street artist

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Le opere dello street artist spagnolo, Gonzalo Boronto, ritornano in esposizione, questa volta a Salamanca. Classe 1989, Boronto comincia a dipingere nello spazio pubblico nel 2007. La sua arte è una continua ricerca nella complessa relazione tra Arte e “Pubblico”.

Le sue opere nascono dal dialogo con il contesto che sta affrontando, dall’incontro con i ricordi di luoghi e persone: il contesto crea l’opera, che cambia (con) lo spazio. La sperimentazione è la base della ricerca artistica di Borondo, focalizzata sull’ampliamento delle risorse di pittura alle discipline, supporti (vetro, paglia, ceramica, superfici murarie, legno …) e molteplici pratiche estetiche.

Il cuore della sua poesia è alla ricerca di ciò che è sacro e della natura sottile della psiche umana. Borondo ha realizzato dipinti e installazioni di arte pubblica in tutto il mondo. In Italia ha firmato “Cenere” progetto realizzato all’interno della cappella funebre del cimitero di Selci, Rieti, per la residenza d’arte PUBBLICA. Per questa opera ha ottenuto il premio Arte Laguna all’interno della sezione “Land Art and Urban Art ”nel 2018. Lui ha iniziato a esporre mostre personali a Roma, Madrid, Parigi, Londra e Marsiglia, progetti espositivi di installazioni basate sull’esperienza. I suoi studi sono ora concentrati sull’intenzione di ravvivare la pittura attraverso processi analogici innovativi, dove l’interazione di suono, luce e video, sintetizzato sul vetro, è una scena di dinamica quadri tra il visibile e l’invisibile.

Sono in esposizione immagini meravigliose e inquietanti che hanno dato vita a “Non Plus Ultra”, questa volta nel Palazzo Salina a Salamanca, in Spagna.

Testando ancora una volta le qualità del vetro, l’artista serigrafa 56 pezzi e li installa su 80 metri di spazio, evocando un coro di forme, ma chi sono queste / sono queste forme / forma.

Mi viene in mente Cristo sospeso dalla croce, così come il dramma di un esercito di modelle che marciano sul palco. «Trasparenza e durezza; fragilità e resistenza; protezione e pericolo» riflette, mentre Borondo considera ciò che lo attira ancora e ancora al vetro come una tela per la serigrafia.

Redazione