La Spagna al centro della crisi finanziaria, le prossime settimane saranno decisive per la penisola iberica. Madrid sta discutendo i dettagli del piano di salvataggi per il settore bancario e la richiesta potrebbe portare ad un accordo formale entro breve, usufruendo del piano Draghi, ovvero acquisto dei titoli di Stato spagnoli da parte della BCE e dei Fondi Salva Stati.
Secondo gli analisti di Stratfor anche Italia e Irlanda seguono da vicino le mosse spagnole, potrebbero essere infatti i prossimi stati a ricorrere all’aiuto europeo. In particolar modo l’Irlanda osserva da vicino le mosse spagnole per sapere poi quali saranno le azioni che Dublino potrà e dovrà intraprendere. Di certo la Spagna, se vuole l’aiuto europeo, non potrà esimersi da formulare tagli alla spesa e stilare bilanci pubblici molto rigorosi. L’amministrazione del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, per ora, ha aperto i negoziati su due fronti. Da un lato sta discutendo i termini del salvataggio del settore bancario con l’Unione europea che a giugno ha già garantito fino a 100 miliardi di euro (131.000 milioni dollari) in aiuti per le banche iberiche. Dall’altro, Madrid vuole il sostegno della Banca centrale europea, che ha annunciato, all’inizio di settembre, che darà vita ad un programma di acquisti di obbligazioni sui mercati secondari per ridurre oneri finanziari per i paesi sottoposti a stress finanziario. Il programma si applica solo ai Paesi che sostengono formalmente richiesta del meccanismo europeo di “stabilità”, attraverso il fondo Salva Stati, ed è soggetto alle condizioni imposte dall’Unione Europea. Questi termini sono sostenuti anche dalla Germania a patto che i paesi che ricevono questo tipo di sostegno devono impegnarsi a riforme economiche. Il timore di Berlino è che i Paesi sotto “protezione” porterebbero rilassarsi e non portare avanti le riforme necessarie per ridurre il debito pubblico.