Sospetto supporto estero per i ribelli siriani

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Un recente video caricato in rete, che testimonierebbe l’esplosione di un ordigno artigianale di inedita fattura, ha canalizzato grande attenzione.

L’attacco, con obiettivo un blindato governativo, è stato subito rivendicato da un gruppo di militanti siriani denominato “La brigata degli avvoltoi d’oriente”. A fare scalpore sarebbero gli effetti provocati da tale esplosione, capaci di penetrare un veicolo blindato e dunque riconducibili ad una tipologia di esplosivo mai impiegata in questo tipo di attacchi. Si sospetta pertanto che i ribelli stiano ricevendo supporto formativo e logistico da canali esteri. Evidente, in termini tattici e strategici,  il rischio di destabilizzazione per le truppe del governo siriano, che fino ad oggi hanno utilizzato prevalentemente veicoli blindati per contrastare l’azione dei gruppi sovversivi. In precedenza si era potuto riscontrare in numerosi casi un supporto estero a dei militanti. Basti citare il caso dello Yemen, dove le specifiche tecniche utilizzate in attacchi esplosivi potevano essere facilmente ricondotte agli addestramenti ricevuti da militanti afgani per contrastare la spinta sovietica dei primi nei primi anni ottanta; variando in seguito le proprie composizioni esplosive sotto l’influsso di Hezbollah. Il tutto, alla stregua di una diversa firma del proprio “mandatario”.