SOCIAL MEDIA. Telegram e Twitter, le nuove armi del controllo

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Le piattaforme dei social media sono il nuovo teatro di scontro tra politica e società civile, anche nei regimi non propriamente democratici, e nuova arma per la manipolazione dell’informazione. Twitter ha cancellato migliaia di account collegati a governi stranieri e li ha archiviati in un database pubblico con l’obiettivo di tracciare le informazioni errate sostenute dallo stato, ha riferito Xinhua.

Twitter ha detto che circa 4.779 account che credeva collegati con o direttamente sostenuti dall’Iran sono stati tolti dalla sua piattaforma; l’azienda di San Francisco ha detto che questi account hanno twittato il contenuto di notizie del mainstream mediatico spesso con una lettura favorevole allo stato iraniano.

Twitter ha detto che la cancellazione è avvenuta per «manipolazione della piattaforma», una violazione delle sue regole.

Twitter ha anche cancellato quattro account associati all’Internet Research Agency russa, descrivendola come una “troll farm” russa sospettata di interferire con le elezioni presidenziali americane del 2016; inoltre, l’azienda ha detto che 133 account collegati con il movimento catalano indipendentista e 33 originari del Venezuela impegnati in comportamenti manipolativi sono stati cancellati dalla piattaforma di Twitter e archiviati nel suo database.

Twitter ha detto che il database è stato mantenuto per combattere la disinformazione e aumentare la trasparenza. Il gigante dei social network sembra essere sempre più sensibile alle pressioni politiche. All’inizio di questo mese, si è scusato per aver sospeso gli account critici del governo cinese in vista del 30° anniversario di piazza Tienanmen.

Restando in Cina e cambiando piattaforma le cose non cambiano per gli attivisti. Gli oppositori della legge sull’estradizione del governo di Hong Kong hanno usato la chat Telegram per pianificare le manifestazioni e chiamare a raccolta i manifestanti, nel tentativo di eludere la sorveglianza delle autorità, riporta Asia Times.

Un amministratore di un gruppo su Telegram è stato arrestato dalla polizia per «disturbo pubblico». L’arresto è avvenuto dopo che circa 27.700 membri del gruppo si sono scambiati messaggi e immagini dei raduni in corso e hanno discusso le tattiche che potevano usare negli scontri causati dalla controversa legge sull’estradizione.

I giornali della città hanno riferito che gli investigatori hanno fatto irruzione nella casa del manager del gruppo e hanno cercato di entrare nel suo smartphone, uno smartphone Xiaomi, per recuperare la cronologia della chat e la lista dei membri del gruppo chat ormai chiuso, @parade69.

Lucia Giannini