
Il 5 maggio è stata ufficialmente annunciata la nomina del generale di brigata Ahmed Al-Hais Abu Hatem Shaqra a comandante dell’86ª brigata del Ministero della Difesa siriano. Shaqra, nato nel 1987 nella città di Shaqra, nella zona rurale di Deir ez-Zor, appartiene alla tribù dei Bakkara. Prima di entrare nel mondo militare, ha lavorato come bracciante agricolo e nell’edilizia in Giordania. Nel 2023 si è laureato in scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università Artuklu di Mardin, in Turchia.
Shaqra è noto soprattutto per essere stato il leader del gruppo armato siriano Ahrar al-Sharqiya, un’organizzazione affiliata all’Esercito Nazionale Siriano (SNA) e alleata della Turchia. Il gruppo è stato accusato di numerose violazioni dei diritti umani, incluse azioni brutali contro civili e minoranze. In particolare, Shaqra è ritenuto responsabile dell’ omicidio della politica curda Hevrin Khalaf e del suo autista Farhad Ramadan, avvenuto il 12 ottobre 2019 durante un’imboscata lungo la strada tra Qamishli e Manbij, nel contesto dell’avanzata delle forze turche e dei loro alleati siriani. L’attacco, attribuito a milizie filo-turche come Ahrar al-Sharqiya, suscitò sdegno internazionale per la sua crudeltà, soprattutto perché Khalaf era una figura impegnata nella riconciliazione e nella pace.
Durante l’invasione turca del nord-est della Siria nell’ottobre 2019, Ahrar al-Sharqiya ha partecipato a operazioni militari nelle regioni di al Hassakah e Raqqah, durante le quali sono stati documentati rapimenti, abusi sessuali e traffico di donne e bambine yazide. Questi crimini hanno portato a sanzioni da parte del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, che ha incluso Shaqra nella lista nera per il suo ruolo negli abusi.
La nomina di Shaqra a comandante dell’86ª brigata ha suscitato forte indignazione tra le comunità curde siriane, che hanno criticato la sua presenza nelle cerimonie ufficiali e la sua crescente influenza militare nel contesto della nuova Siria post-Assad, dove gruppi filo-turchi come Ahrar al-Sharqiya continuano a giocare un ruolo cruciale nelle dinamiche di potere regionali. La sua partecipazione alle celebrazioni per l’elezione di Ahmed al-Sharaa (Abu Mohammad al-Jawlani) a presidente della Repubblica Araba Siriana ha ulteriormente alimentato le polemiche, vista la sua storia controversa e le accuse di crimini di guerra.
Il 7 maggio, le Forze Democratiche Siriane (SDF) hanno rifiutato di riconoscere la nomina di Shaqra come comandante dell’86ª divisione operativa nelle province di Deir ez-Zor, Raqqah e al Hassakah, denunciando la sua appartenenza ad Ahrar al-Sharqiya e il suo passato di violenze. Nonostante la mancanza di un annuncio ufficiale da parte del governo siriano, le SDF hanno espresso forte opposizione a questa decisione. Si registra dai canali della socialsfera che il 1° dicembre 2024, Shaqra aveva guidato l’SNA a guida turca in un attacco contro le SDF presso l’aeroporto di Kuweiris.
La nomina di Shaqra ha provocato proteste non solo tra le diverse etnie siriane, dai curdi ai cristiani, ma anche a livello internazionale. Il 9 maggio, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha fortemente criticato la decisione della Siria di assegnare a una figura sanzionata come Shaqra un ruolo di comando nell’esercito nazionale. La portavoce Tammy Bruce ha definito la nomina un “grave errore”, citando il suo coinvolgimento in violazioni dei diritti umani e nei tentativi di indebolire le operazioni anti-ISIS.
In conclusione, nonostante la politica di Ahmed al-Sharaa possa apparire moderata, le scelte politiche e militari che lo circondano richiamano a un passato controverso e a un orientamento dichiaratamente filo-turco, con un forte legame con milizie militari turche. La nomina di Shaqra riflette la complessità e le contraddizioni della Siria post-Assad, dove vecchie alleanze e nuove strategie si intrecciano in un contesto di instabilità e tensioni etniche.
Maria Elisabetta Papa
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