RUSSIA – Mosca 18/10/2013. Circa 50mila cristiani siriani hanno chiesto la cittadinanza russa. Queste persone non vogliono trasferirsi in Russia, ma vogliono proteggere le loro vite e i monumenti cristiani della Siria.
Riporta l’agenzia russa Pravda, chec le probabilità che le loro richieste saranno soddisfatte sono minime, perché in contrasto con la legislazione russa. Se però, si chiede la Pravda, la Russia cambiasse la legge? Dopo tutto, questa è una grande occasione per consolidare la propria influenza in Medio Oriente. «Noi, cristiani della provincia di Kalamun e residenti a Sednaya, Mara Sednaya, Maalula e Maaruna, per la prima volta dalla nascita di Cristo, siamo sotto la minaccia di espulsione dalla nostra terra», si legge nella lettera pubblicata sul sito web del ministero degli Esteri russo. «Noi consideriamo la Russia come un potente fattore di pace e stabilità in tutto il mondo. La Russia ha tenuto una linea dura in difesa della Siria, della sua gente e della sua integrità territoriale. Abbiamo sentito sempre il sostegno della Chiesa ortodossa russa. Per secoli, i cristiani d’Oriente hanno saputo che nessuno si preoccupava dei loro interessi tanto quanto la Russia. Nei momenti difficili la Russia è sempre stata con noi politicamente, economicamente, nelle questioni umanitarie così come in altri aspetti. La legge siriana consente la doppia cittadinanza e abbiamo scelto di richiedere la cittadinanza della Federazione russa, se possibile. Sarebbe un onore per ogni cristiano siriano che desideri ottenerlo. Saremo così sotto la protezione della Russia se ricevessimo minacce dai terroristi. Siamo circa cinquantamila persone, medici, ingegneri, avvocati, imprenditori, pronti a firmare quest’appello, nessuno vuole lasciare le proprie case. Abbiamo tutto quello che ci serve, non stiamo chiedendo soldi. Il nostro appello non significa che mettiamo in dubbio le capacità dell’esercito siriano e del governo. Tuttavia, abbiamo paura di una cospirazione occidentale e odiamo i fanatici che combattono una guerra brutale contro il nostro paese. Gli eventi di Maaloula sono stati una lezione, per noi. Con profondo rispetto per la Russia e la sua leadership, la gerarchia della Chiesa ortodossa russa, le città cristiane Sednaya, Mara Sednaya, Maalula e Maaruna. 3 Ottobre, 2013». Nel 2011, si è verificato un simile episodio con i serbi del Kosovo, che però rese manifesto il senso d’impotenza e di sconfitta della Russia.
Per Sergei Demidenko, esperto dell’Istituto di studi strategici e Analisi, «questa volta la risposta sarà la stessa come lo fu per i serbi del Kosovo. Come potremmo proteggerli visto che la Russia non ha “leve di comando” in Siria anche se ipoteticamente concedessimo loro la cittadinanza? Non abbiamo gruppi influenti in loco e non possiamo influenzare l’opposizione», ha detto Demidenko. «Non abbiamo interessi là. La Siria è di interesse per noi solo in termini di stabilizzazione della situazione nel Caucaso del Nord e di influenza geopolitica. Né la base militare (Tartus, ndr) né il commercio con la Siria appaiono nelle priorità della politica estera della Russia» ha detto l’esperto. E la Chiesa Ortodossa? Come ha reagito? «Credo che sarebbe opportuno che la più alta autorità ecclesiastica intervenga sostenendo la richiesta» ha detto Andrei Kuraev, diacono della Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca) e Professore presso l’Accademia teologica di Mosca. «È sempre stato il caso dell’Impero russo, (…) tale sostegno è sempre stato parte dell’iniziativa della nostra chiesa e della politica statale. In questo caso vi è un urgente bisogno di prendere una decisione in tal senso», ha detto Kuraev.