SIRIA – Damasco 04/09/2013. Faisal Mekdad, vice ministro degli Esteri siriano, ha detto che le autorità di Damasco non hanno cambiato la loro posizione nonostante le minacce occidentali «anche se scoppierà la terza guerra mondiale».
In un’intervista uscita su su arabic.rt il 4 settembre, Miqdad ha sottolineato che i siriani non sacrificheranno l’indipendenza del loro paese; ha poi detto che il governo siriano ha adottato tutte le misure necessarie per far fronte a un possibile attacco occidentale ma ha rifiutato di rivelare la natura della risposta di Damasco in caso di un attacco. Le parole di Mekdad si aggiungono all’appoggio dato dal Senato Usa all’intervento e alla intervista di Putin su Canale 1 della tv di stato russa, Putin ha messo in guardia gli Usa da un attacco unilaterale ma non ha escluso l’appoggio di Mosca al Consiglio di Sicurezza Onu in caso di prove inoppugnabili sull’uso di gas sarin da parte delle forze armate di Damasco. «Dal nostro punto di vista, sembra assolutamente assurdo che le forze armate, delle forze armate regolari, che oggi sono in fase offensiva e in alcune zone hanno circondato i ribelli e li stanno finendo, è assurdo che in queste condizioni si siano utilizzate armi chimiche proibite, che potrebbero servire da pretesto per l’applicazione di sanzioni contro di loro, compreso l’uso della forza (…) Se ci sono dati che sono state utilizzate le armi chimiche, e utilizzate in modo specifico da parte dell’esercito regolare, questa prova deve essere presentata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (…) E devono essere convincenti. Non basate su voci e informazioni ottenute dai servizi speciali attraverso un qualche tipo di intercettazioni, di conversazioni e cose del genere». Putin ha anche sollevato la possibilità che l’opposizione «abbia condotto una premeditata azione provocatoria cercando di dare ai loro sponsor il pretesto per un intervento militare». Ha poi paragonato le prove presentate finora dal governo statunitense ai dati falsi usati da Washington per giustificare l’invasione dell’Iraq nel 2003 «Tutti quegli argomenti si rivelarono insostenibili, ma sono stati usati per lanciare un’azione militare, che molti negli Stati Uniti hanno definito un errore. Ce lo siamo dimenticato?».
Se ci fossero prove evidenti, la Russia «sarà pronta ad agire nel modo più deciso e serio«, ha infine concluso.