Negli ultimi dieci anni, Israele ha condotto attacchi aerei sistematici contro obiettivi legati all’Iran in Siria. Tuttavia, questi raid hanno subito un’escalation significativa a partire dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza nell’ottobre 2023 e, successivamente, con l’intensificarsi del conflitto con il Libano a partire da settembre.
Il 20 novembre scorso, nel pomeriggio, aerei israeliani hanno lanciato una serie di attacchi contro posizioni della milizia iraniana a Palmira, probabilmente dalla base statunitense di al Tanf. I primi rapporti, diffusi dal Ministero della Difesa siriano, hanno segnalato un bilancio iniziale di 36 morti e oltre 50 feriti. Fonti locali hanno poi riferito che i raid hanno colpito la città industriale e una struttura nota come “Zakir Rest House”, situata lungo la strada internazionale che collega la Siria con l’Iraq.
Obiettivi e Dinamiche dei Raid
Gli attacchi si sono concentrati su un’area dove si trovavano leader delle milizie iraniane, tra cui membri del movimento iracheno al Nujaba, Hezbollah libanese e Guardiani della Rivoluzione (IRGC). Secondo fonti locali, uno dei bersagli principali era un raduno di miliziani filo-iraniani nei pressi di Palmira. Sono stati colpiti anche un deposito di armi e due siti nel quartiere di al Jamiyah, dove risiedono famiglie di combattenti stranieri.
L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha confermato che gli attacchi miravano a interrompere il traffico di armi che attraversa Palmira, un nodo strategico per lo stoccaggio e l’assemblaggio di componenti bellici spediti dall’Iran, attraverso l’Iraq, verso la Siria e infine al Libano. Questo traffico, secondo le fonti, è organizzato in modo da trasportare i componenti separatamente, per poi assemblarli in Siria.
Bilanci di Vittime e Impatti Strategici
Il bilancio aggiornato al 22 novembre è drammatico: 92 morti, di cui 61 membri di milizie filo-iraniane di nazionalità siriana, 27 di nazionalità straniera (prevalentemente appartenenti ad Al-Nujaba) e quattro membri di Hezbollah libanese. Tra i caduti figura anche il maggiore generale siriano Abdullah Ahmed Al-Zeer. I feriti sono almeno 21, sette dei quali civili.
Le esplosioni hanno devastato un magazzino dell’IRGC e un ristorante dove era in corso una riunione strategica delle forze filo-iraniane, contribuendo all’alto numero di vittime.
Conclusioni
Gli attacchi di Israele a Palmira rappresentano un ulteriore capitolo nella crescente tensione regionale, con un chiaro obiettivo: interrompere il flusso di armi che rafforza le milizie filo-iraniane operanti in Siria e in Libano. Palmira, con la sua posizione strategica, è stata identificata come un punto nevralgico di queste operazioni logistiche, rendendola un obiettivo prioritario per Israele nel suo tentativo di limitare l’influenza iraniana nella regione.
Elisabetta Papa
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