SIRIA. Ombre turco-qatarine sulla svalutazione della sterlina di Damasco

175

Nelle condizioni economico-politiche così fragili come quelle siriane è inevitabile pensare che il combinato di guerra in corso e sanzioni americane sia sufficiente a motivare le oscillazioni repentine della moneta nazionale di Damasco, la sterlina siriana, ma un andamento di 795 (28 novembre), 812 (29 novembre), 980 (3 dicembre), 750 (mattina del 4 dicembre) e 800 (pomeriggio del 4 dicembre) sterline per dollaro americano ha destato molti sospetti.

Gli esperti di economia siriana hanno puntato il dito contro alcune operazioni coercitive fatte dal governo di Damasco contro grandi imprenditori siriani al fine di obbligarli a vendere dollari al prezzo del mercato valutario (515 sterline al dollaro). Altri invece hanno colpevolizzato il ministro del Petrolio e delle Risorse minerarie, Ali Ghanem, il quale sarebbe colpevole di aver annunciato la capacità della Siria di aumentare la sua produzione da 25mila bpd a 60mila bpd in poco tempo a seguito della presa dei giacimenti di Rumeilan, vicino Hassakah. Promessa che non si è concretizzata quando è stato chiaro che gli americani avevano intenzione di frapporsi alla rimessa in funzione degli impianti, forse con l’eccezione del pozzo di Mulla’ Abbas troppo vicino al confine turco-siriano.

Nella scola sfera siriana, però, è diffusa una teoria alternativa. I cittadini siriani, che scambiano quotidianamente valuta locale in valuta sicura, sia dollari americani sia lire turche nel nord della Siria, vanno a contrattare il prezzo delle valute estere presso i cambiavalute usando come riferimento i prezzi consigliati da App per cellulare.

Non si tratta peraltro di un modus operandi diffuso unicamente fra la popolazione, ma anche aziende medio-piccole farebbero riferimento alle medesime piattaforme. Una di queste e la più diffusa è “Syrian Stock Exchange” ed è possibile venga utilizzata dalla Turchia per svalutare la sterlina al fine di velocizzare l’adozione della lira turca nelle aree settentrionali della Siria. Lungi dall’essere una teoria esoterica, in 48 ore, i consigli locali nel nord della Siria hanno considerato l’opzione di cambiare la valuta ed un consiglio locale, quello di A’zaz, lo ha fatto giusto il 3 dicembre, con la sterlina al suo picco storico assoluto (980-1000 sterline per dollaro).

Perché tutto cio? L’App “Syrian Stock Exchange” è prodotta e supportata dal Qatar, che in sintonia con la Turchia, ha tutto l’interesse nel proporre agli utenti prezzi gonfiati del dollaro a seconda delle necessità, alzando la base d’asta con cui i cittadini vanno ad effettuare il cambio.

Va detto che, a prescindere dalle volontà dei consigli locali, molti esercizi nel nord della Siria accettano solo lira turca e che la Turchia non è nuova a questo tipo di infiltrazioni dopo aver cominciato a fornire i servizi telefonici (con sovrattassa di roaming) nelle aree ad esempio di Morek a sud di Idlib.

 

Redazione