
Mohammed al-Bashir ha annunciato la sua nomina a capo del governo ad interim della Siria. La leadership dell’opposizione in Siria ha ordinato ai suoi combattenti di ritirarsi dalle città occupate, inviando al loro posto polizia e forze di sicurezza.
Il “Comando Generale” in Siria ha nominato Muhammad al-Bashir come capo di un governo provvisorio, che resterà in carica fino al 1° marzo 2025. Il 10 dicembre si è tenuta una riunione tra la squadra del governo di “Salvezza”, attiva ad Idlib, e il governo del governo deposto, per trasferire le istituzioni e consegnare i dossier da quest’ultimo al nuovo governo siriano. Durante l’incontro, è stata annunciata la fusione di alcune istituzioni e ministeri, che prima non avevano alcuna controparte nel governo di Salvezza. Nel frattempo, sui social sta circolando un video che mostra militanti dell’opposizione siriana uccidere tutti i membri delle forze di sicurezza, dopo aver assediato una fattoria nel villaggio di Rabia, nella regione di Latakia, dove i soldati si erano rifugiati. Il video ha suscitato ampie reazioni, sollevando preoccupazioni sulla violenza e le rappresaglie che stanno caratterizzando la transizione politica in Siria.
Il Dipartimento di Stato americano ritiene giustificato l’occupazione da parte di Israele del territorio siriano sulle alture di Golan, ha detto il portavoce del dipartimento Matthew Miller. “L’esercito siriano ha abbandonato le sue posizioni nell’area intorno alla zona cuscinetto concordata tra Israele e Siria, creando potenzialmente un vuoto che potrebbe essere riempito da organizzazioni terroristiche che minaccerebbero lo Stato di Israele e i civili all’interno di Israele”, ha detto il funzionario durante il briefing.
Gli Stati Uniti hanno accolto con favore il nuovo assetto siriano, interpretando il rovesciamento di Bashar al-Assad come un segnale del declino di Iran e Hezbollah, storici alleati del governo deposto. Tuttavia, il Pentagono ha precisato che non intende rafforzare le sue forze in Siria, mantenendo invece un focus sul controllo delle armi chimiche per evitare che finiscano nelle mani di fazioni. Parallelamente, gli USA hanno imposto sanzioni a Fawaz Al-Akhras, padre di Asma al-Assad, per il suo coinvolgimento nel sostegno finanziario al governo. Anche il Regno Unito si è espresso duramente: il ministro degli Esteri ha dichiarato che Asma al-Assad, cittadina britannica, “non è la benvenuta” nel Regno Unito, mentre altri paesi europei, tra cui Germania, Francia, Norvegia e Paesi Bassi, hanno sospeso temporaneamente l’accoglienza di domande di asilo da parte di cittadini siriani. Il Qatar ha annunciato l’apertura di un ponte aereo per fornire aiuti umanitari alla Siria, segnando il suo sostegno al nuovo assetto del paese. Quest’ultimo ha intensificato il proprio intervento umanitario inviando aiuti in Siria attraverso la Turchia. Oggi, un aereo carico di forniture umanitarie è atterrato a Gaziantep, vicino al confine siriano.
Ed ora uno sguardo alle situazione militare in Siria.
La marina israeliana ha distrutto la flotta militare siriana la notte del 10 dicembre, ha dichiarato il ministro della Difesa dello Stato ebraico, Israel Katz. L’attacco è stato effettuato nell’ambito di un’azione ‘su vasta scala’, nuova operazione per eliminare le minacce strategiche.” Katz ha messo in guardia i gruppi armati saliti al potere dall’agire contro Israele. Fonti del Times of Israel hanno chiarito che le navi siriane sono state distrutte a seguito di attacchi missilistici sulla baia di Minet el-Beida e sul porto di Latakia.
A conferma di ciò le immagini e post nella social sfera di analisti militari in cui si apprende che il 9 sera l’aviazione israeliana ha continuato a fare ciò che aveva iniziato subito dopo le dichiarazioni del leader di Hayat Tahrir al-Sham Muhammad Al-Julani secondo cui la Siria avrebbe ripreso il controllo sul Golan israeliano occupato. Gli aerei israeliani F-15, F-16, F-35 hanno effettuato un massiccio attacco contro strutture militari, petrolchimiche e scientifiche in tutta la Siria per distruggere le capacità di combattimento dei militanti e dell’opposizione che sono saliti al potere nel paese.
I filmati disponibili su Internet suggeriscono che gli israeliani hanno distrutto tutti gli aerei dell’aeronautica siriana, l’intera flotta nella provincia di Latakia, una parte significativa dei depositi di munizioni, nonché i sistemi di difesa aerea, che ora sono praticamente scomparsi.
Gli aerei israeliani sono volati anche a Damasco senza ostacoli. Inoltre, per la prima volta in assoluto, i combattenti israeliani sono volati nel nord-est della Siria e hanno attaccato l’aeroporto di Qamishli nella provincia di Hasakah, probabilmente colpendo elicotteri e difese aeree.
Un centro di ricerca scientifica è stato distrutto a Damasco e gli impianti chimici sono stati distrutti ad Aleppo. Alle nuove autorità siriane sono rimaste solo città distrutte e senza armi significative. In effetti, la Siria ora è come il Libano, dove gli aerei israeliani volano direttamente.
Infine si apprende che carri armati israeliani sono avanzati oltre la zona cuscinetto e sono stati schierati vicino all’insediamento di Katana, nel sud della Siria, riferisce il canale televisivo libanese Al Mayadeen. L’insediamento si trova a 21 km da Damasco.
Secondo Al Mayadeen, testata di Hezbollah, le truppe israeliane sono entrate in diversi villaggi alla periferia di Damasco. L’esercito israeliano ha precedentemente affermato che intende condurre operazioni di terra solo all’interno della zona cuscinetto e non all’esterno.
Sostanzialmente si può affermare che il terzo giorno dell’operazione di terra israeliana in Siria, le forze israeliane hanno catturato Jabath al-Khashab e al-Hurriya nella provincia di Quneitra, insieme ai villaggi di Arna, Baqasem, al-Rima, al-Haina, Qala Jandal e al-Husayniyyah nella provincia di Damasco. Queste aree si trovano sulla striscia di confine tra Siria e Libano e distano circa 25 km dalla capitale siriana, Damasco.
Questi progressi suggeriscono l’intenzione di Israele di stabilire una zona cuscinetto sul confine tra Siria e Libano, con l’obiettivo di tagliare la via di rifornimento della Siria verso il Libano e facilitare un attacco di terra nel Libano orientale. Attualmente, l’esercito israeliano ha le aree di Qatna e Yafour davanti a sé per continuare la sua avanzata, e poi la strada che porta al valico di frontiera di Al-Masna. L’area di Qatna, strategicamente situata sulle colline che dominano il Libano, si collega anche a Yafour e alla strada di confine, rendendola il probabile prossimo obiettivo per Israele.
Infine le forze turche continuano la loro avanzata lungo la linea nord della Siria. Il 9 dicembre, la città di Manbij è stata presa e le forze da terra si stanno ora dirigendo verso al-Qamishli. Dopo il controllo di Manbij, le forze alleate della Turchia, tra cui le SNA, sono state filmate mentre giustiziavano soldati o civili feriti delle SDF in un ospedale della città. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che fazioni fedeli alla Turchia stanno commettendo omicidi mirati e saccheggiando le proprietà dei cittadini curdi, che costituiscono circa 30.000 famiglie a Manbij. Secondo le prime informazioni, queste fazioni hanno messo in attooperazioni di ritorsione nei quartieri di Nawaja, Al-Asadiya e Al-Jazeera Road, incendiando case, rubando beni, umiliando e uccidendo almeno tre persone, tra cui una donna.
Un canale social che monitora la situazione nel Kurdistan ha riferito che l’SNA sta avanzando con il supporto aereo dell’esercito turco, raggiungendo il ponte di Qara Qozak e conquistando un villaggio vicino alla stazione di servizio di Faraj. Contemporaneamente, la campagna di Kobane (Ain al-Arab, in curdo) è sotto pesanti bombardamenti da parte dell’aeronautica e dell’esercito turco. Attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani hanno segnalato che le fazioni dell’Esercito Nazionale siriano all’interno della zona “Primavera della Pace” hanno attaccato i quartieri generali delle forze militari nelle città di Al-Alia e Al-Susah, nella campagna di Tal Tamr a nord di Al-Hasakah. Questo ha portato a violenti scontri tra le fazioni e le Forze Democratiche Siriane, che alla fine hanno preso il controllo delle due città. Durante gli scontri, cinque membri del gruppo “Ahrar al-Sharqiya” sono stati uccisi.
L’intensificarsi dei combattimenti e delle operazioni militari in queste aree continua a causare un numero crescente di vittime e a esacerbare la crisi umanitaria in Siria. La situazione a Deir ez-Zor continua a deteriorarsi, con le forze curde, che controllano i quartieri della città, non intenzionate ad allontanarsi, e una crescente opposizione da parte dei civili. Il 10 dicembre, quattro cittadini sono stati uccisi durante una manifestazione anti-curda, colpiti da proiettili vaganti durante scontri tra i manifestanti e le forze curde. La protesta era mirata a chiedere il controllo del Dipartimento delle Operazioni Militari guidato da Hay’at Tahrir al-Sham nell’ambito dell’operazione “Deterring Aggression” contro la città di Deir ez-Zor. I manifestanti hanno anche sollecitato le SDF a proteggere le strutture e fermare i furti da parte della Milizia di Difesa Nazionale e degli iraniani nella zona. La risposta delle SDF è stata violenta: hanno disperso la folla sparando proiettili, un’azione che ha provocato un’ulteriore escalation e rabbia tra i manifestanti. Successivamente, uomini armati hanno attaccato il quartier generale delle SDF con mitragliatrici, provocando il ferimento di 20 cittadini.
In seguito, le SDF hanno intensificato i pattugliamenti nella città per cercare di ripristinare l’ordine. La tensione tra le forze curde e i civili locali continua a crescere, con manifestazioni che denunciano le azioni delle SDF e chiedono maggiore protezione e sicurezza.
Un canale siriano riferito che il Consiglio militare di Deir ez-Zor affiliato alle SDF si è diviso e si è unito al Dipartimento per le operazioni militari di HTS nelle sue operazioni nel governatorato.
Graziella Giangiulio, Maria Elisabetta Papa, Cristina Uccello
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