SIRIA. La sterlina sprofonda: nuove sanzioni USA in vista

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La sterlina siriana ha toccato il minimo storico sul mercato nero il 6 giugno, scambiando oltre 2.300 dollari, meno di un terzo del suo valore ufficiale, hanno detto i cambiavalute, prima delle nuove sanzioni statunitensi. Tre trader di Damasco hanno detto, riporta AFP, che il dollaro ha acquistato per la prima volta più di 2.300 sterline siriane, anche se il tasso di cambio ufficiale è rimasto fisso a circa 700 sterline al dollaro.

Dopo nove anni di guerra, la Siria è nel bel mezzo di una crisi economica aggravata dal blocco del coronavirus e da una crisi di liquidità del dollaro nel vicino Libano. Il mese scorso la banca centrale ha avvertito che avrebbe bloccato i “manipolatori” della valuta.

Gli analisti internazionali hanno espresso preoccupazione per l’attuazione, il 17 giugno, del Caesar Act statunitense, che mira a sanzionare gli stranieri che assistono il governo siriano o aiutano nella ricostruzione postbellica, contribuendo così de facto alla svalutazione.

Secondo gli esperti della Chatham House, le società straniere, anche quelle dell’alleato russo, stavano già scegliendo di non correre rischi. Poiché le transazioni di denaro richiedono due o tre settimane per essere realizzate, quelle effettuate oggi saranno pagate dopo il 17 giugno, un periodo elevato. Troppo. 

Il Crisis Group ha detto che con l’entrata in vigore dell’atto, «fare affari con la Siria diventerà ancora più difficile e rischioso».

La caduta in disgrazia del magnate Rami Makhlouf, nonostante sia un cugino del presidente, ha anche influito sulla fiducia, spaventando i ricchi.

Dopo che il governo di Damasco ha congelato i beni del capo del più grande operatore di telefonia mobile del Paese e gli ha imposto un divieto di viaggio, i ricchi siriani sentono che nessuno è al sicuro. L’impatto del calo della sterlina e dei conseguenti aumenti di prezzo sui siriani si rivelerà catastrofico.

La maggior parte della popolazione siriana vive in condizioni di povertà, secondo le Nazioni Unite, e i prezzi dei prodotti alimentari sono raddoppiati nell’ultimo anno; ogni ulteriore deprezzamento rischia di far aumentare il costo dei prodotti alimentari di base importati, come riso, pasta e lenticchie.

Luigi Medici